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sabato 13 giugno 2020

RIASSUNTO SULLA "QUALITA'" STEP#24


In questi mesi ho potuto comprendere come dietro ad una semplice parola si celino, in realtà, infinite strade che portano tutte a coglierne il significato profondo.
La mia (ormai, dopo tutto questo tempo mi permetto di usare questo aggettivo) parola è QUALITA'.
La prima cosa che ho appreso è stata la sua etimologia, per poi coglierne appieno il significato attraverso le lingue straniere, scoprendo che nel mondo orientale si utilizza il ragionamento "per scarti" evitando così di dare priorità ad una qualità rispetto ad un' altra.
Ho immaginato, in seguito, la storia del termine, dalle origini romane, fino significato che può avere in filosofia (da Aristotele alla moderna scienza galileiana).
Dopo aver associato a "qualità" un' immagine simbolica, è iniziata la ricerca nel campo artistico e letterario, creando, così,  pian piano una struttura più completa alla mia parola.
Ha preso forma attraverso le parole di una poesia e attraverso le scene di cortometraggi cinematografici, e addirittura attraverso le immagini di uno spot pubblicitario.
"QUALITA'" : un termine che ha spaziato nel tempo, cambiando accezione dal passato, nella filosofia e nel mito antichi, fino ad arrivare, attuale più che mai, ai giorni odierni, anche attraverso articoli di giornali sulla cronaca.
Ripercorrendo varie epoche, si è visto, attraverso la filosofia, come, nel Medioevo, periodo in cui si è sviluppato il pensiero del filosofo Enrico di Gand, l'essere si divide nell'essere stesso e nell'essere che può convenire, dunque vengono separate le qualità intrinseche dell'essere e quelle a cui, invece, l'essere tende e aspira.
Attraverso questo "viaggio nel tempo" si è giunti alla filosofia contemporanea, il cui massimo esponente per il termine "QUALITA'" è indubbiamente Robert M. Pirsing, autore del libro "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", libro in cui vengono poste le basi per la metafisica della qualità.
Il suo pensiero, infatti, si basa sul fatto che la qualità sia il sommo valore del animo umano, ritenendo che gli schemi morali (le idee) siano più importanti di quelli sociali (le tradizioni). Egli, inoltre, crede che la società sia una struttura di difesa dalle idee emergenti, sottolineando così come per lui contino maggiormente le idee rispetto ai meccanismi sociali.
Chi, invece, ritiene necessario un profondo mutamento dell' umanità di fronte allo sviluppo tecnologico è Aurelio Paccei. L'economo, infatti, ritiene che la qualità assente nel mondo odierno sia la capacità di adeguarsi al cambiamento con rapidità, e come spiega nel suo libro "La qualità umana", questo è dovuto alla assente connessione tra l'economia e la cultura.
Ho, infine, analizzato il termine dal punto di vista etico, riflettendo anche sulla diversa, e più aperta, mentalità orientale ed interrogandomi su questioni attuali come il razzismo.
E' stata un' esperienza, quella del blog, stimolante, che mi ha permesso di mettere alla prova le mie capacità di scrittrice, ma anche di riprendere in mano la letteratura studiata negli anni passati, ripercorrendo il pensiero di Leopardi e di Swift.
E' stato un percorso affascinante che mi ha stimolato molto, permettendomi di spaziare in un ambito interdisciplinare, senza mai perdere di vista la strada dell' ingegneria.

LE QUALITA' DI UNA PERSONA DIPENDONO DAL COLORE DELLA PELLE?

Il sogno di Martin Luther King non si è, purtroppo, ancora avverato.

Minneapolis, in questi giorni è diventata sempre più nota per i disordini e gli scontri che sono avvenuti in protesta per la morte di George Floyd, un cittadino afroamericano soffocato da un poliziotto durante l'arresto. Il video dell’omicidio in cui Floyd ripete ‘I can’t breathe’ (non riesco a respirare) è diventato virale sui social network scatenando un’ondata di indignazione, in patria e all’estero. Gli hashtag #Blacklivematters #SaymynameGorgeFloyd sono improvvisamente diventati trending in numerosi paesi del mondo, Italia compresa, ed è partita una campagna spontanea di attori, cantanti, personaggi pubblici e sportivi per chiedere giustizia e denunciare il razzismo e gli abusi delle forze dell’ordine USA nei confronti dei cittadini neri. (parole citate dall' articolo dell' Istituto per gli studi di politica internazionale).
La vera domanda è: come è possibile, nel Mondo del ventunesimo secolo, giudicare una persona solamente in base al colore della pelle e non per le sue qualità?
Il colore non definisce una razza, apparteniamo tutti alla razza umana, e neppure pregiudica le qualità di un individuo.
Come si può essere ancora preda degli stereotipi che da da centinaia di anni persone come Martin Luther King e Nelson Mandela, e nel piccolo, molte altre persone cercano di combattere?
Il colore della pelle non pregiudica il carattere, gli atteggiamenti, le qualità di un essere umano. Avere la pelle scura non significa essere cattivi, e allo stesso tempo avere la pelle chiara non è sinonimo di bontà. 

venerdì 29 maggio 2020

MAPPA CONCETTUALE DI "QUALITA'" STEP#23




RAMO VERDE arte figurativa
RAMO AZZURRO storia del termine
RAMO NERO etica
RAMO VIOLA  differenze

"QUALITA'" IN UNA SERIE TV STEP#22


PRIMA PUNTATA

11 Dicembre 1997, Kyoto
Oggi, finalmente, dopo anni di lotte per migliorare la qualità di vita sul nostro Pianeta, verrà finalmente siglato il protocollo che sancisce obiettivi per i tagli delle emissioni di gas responsabili del surriscaldamento della Terra. Il nucleo del Protocollo consiste nel vincolo legale dei limiti d’emissione per i Paesi industrializzati, che si impegnarono a ridurre la loro emissione complessiva dei gas serra del 5,2% rispetto alle emissioni del 1990.
11 Dicembre 1997, Italia
In un piccolo paese di provincia, si trova il protagonista della nostra storia: Francesco. Un giovane idealista che aspettava con ansia questa giornata. E’ un ingegnere energetico, in particolare si occupa di fonti energetiche rinnovabili, perché crede che la qualità dell’ aria che respira debba essere tutelata. Desidera un mondo verdeggiante, e vuole liberarlo dalle mani degli industriali che nel secondo dopo guerra hanno preferito fonti di energia non rinnovabili, creando ora serie conseguenze sull’ ambiente. Francesco è un sognatore e desidera un mondo pulito, ecologico, libero dalle ingiustizie; lotta da sempre per un mondo la cui qualità principale deve essere la sostenibilità. Il suo motto è una celebre frase di Che Guevara “Soprattutto siate capaci di sentire nel più profondo del cuore la più grande ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo, questa è la qualità più bella di un rivoluzionario.”.
Oggi, dopo essersi alzato e aver fatto colazione, ha comprato il solito quotidiano e leggendo l’articolo sul trattato internazionale appena firmato dalle Nazioni aderenti si sente soddisfatto, crede di assistere ad una rivoluzione ecologica per l’intero pianeta.

SECONDA PUNTATA

12 Dicembre 1997, Italia
Francesco è appena uscito di casa, sa di essere in ritardo, perché la sera prima ha festeggiato con altri amici ambientalisti la pubblicazione del Protocollo di Kyoto, per fortuna anche l’autobus che deve prendere per andare a lavoro è in ritardo come lui. Salendo, tra gli sguardi indiscreti dei pendolari seduti sul mezzo, incontra gli occhi verdi, come la natura che egli tanto ama, di Anna. Quest’ultima, timida, abbassa subito lo sguardo e arrossisce. Ha lunghi capelli scuri, lo sguardo intelligente e dai vestiti che indossa appare umile. Francesco, impressionato decide di avvicinarsi e parlarle, non può non sfruttare l’occasione di conoscere una ragazza che sembra avere le qualità che da tempo cercava. 

PUNTATA FINALE

16 Marzo 2007, Italia
Oggi si è celebrato l'anniversario del secondo anno di adesione al protocollo di Kyoto,entrato in vigore solamente nel 2005.
E’sera e Francesco è appena tornato a casa da lavoro, ha un impiego in una azienda che produce automobili, lui ed il team di colleghi che gli è stato affidato, in particolare, si occupano della progettazione di macchine elettriche, le prime che saranno in circolazione. È un sogno che si avvera per il nostro protagonista, che affiancato da altri ingegneri come lui  (alcuni meccanici, altri energetici) sta contribuendo a migliorare il mondo. Sa che il suo progetto non sarà in grado di salvare totalmente il Pianeta dal surriscaldamento globale, ma spera che possa migliorare la qualità dell’ aria, riducendo le emissioni tossiche provenienti dal gas di scarico delle marmitte delle auto che ora circolano liberamente. È contento del miglioramento avvenuto da due anni prima: ora il Mondo, anche grazie alle sue idee è un luogo migliore.
A casa c’è Sara, sua moglie, che lo attende. Anna, la ragazza conosciuta dieci anni prima sull’autobus, aveva solamente dato l’impressione di essere la donna giusta per Francesco, le apparenze lo avevano ingannato: le qualità che subito aveva visto in lei si sono rivelate false. Era sciocca, sempre triste, distratta e vuota.  Sara, invece, è bionda con occhi neri, intelligente, simpatica, altruista, spiritosa e Francesco con lei si sente bene. Egli ha finalmente capito che le qualità più importanti di una persona sono dietro le apparenze e si rivelano col tempo.

"QUALITA'" NELL' ETICA STEP#21


Qualità" o "valore", come descritto da Pirsig, non può essere definito in quanto empiricamente precede qualsiasi costruzione intellettuale di esso, vale a dire per il fatto che la qualità (come Pirsig definisce esplicitamente) esiste sempre come percettivo esperienza prima che sia mai pensato di descrittivo o accademico. La qualità è il "coltello" dell'esperienza, trovato solo nel presente, conosciuto o almeno potenzialmente accessibile a tutti "noi" (cfr Platone Fedro , 258d).
Possiamo, dunque, dedurre che la qualità di un oggetto o elemento dipende dal genere di esperienze che ne abbiamo avuto.
Prendendo come esempi le parole bello e brutto, subito capiamo che il termine qualità può avere un applicazione positiva o negativa.
Definiamo un oggetto, o una persona o un luogo, attraverso l'esperienza che ne abbiamo avuto: riteniamo "bello" ciò che confrontato con quello che abbiamo visto in precedenza ci sembra migliore; "brutto", invece, è ciò che in tale confronto risulta essere diverso.

RIFLESSIONE IN SEGUITO ALLA LEZIONE DEL 5/6/20

La capacità di porre gli opposti vicini per evitare di conferire priorità è una qualità della mentalità orientale.
Unendo termini opposti, evito un atteggiamento prevenuto: per esempio, se al posto di dire "spesso", indicando preventivamente il grande volume di un oggetto, oppure di utilizzare il termine "sottile" così da sottolinearne subito il volume minimo, utilizzassi il termine "spesso-sottile" (unendo i termini) valuterei le dimensioni dell' oggetto senza giudicarlo.
Questo mi ha portato alla mente una celebre canzone dell' artista italiano Vasco Rossi, che credo esprima questo concetto chiaramente.

"QUALITA'" NELLO ZIBALDONE DI LEOPARDI STEP#20


Nello Zibaldone viene enunciata «la teoria del piacere» di Leopardi - così come esplicitamente lui stesso la chiama. Alla spiegazione di questa teoria dedica una ventina di pagine: esse costituiscono un breve e coeso saggio filosofico, steso, come indicano le date che lo chiudono, tra il 12 e il 23 luglio del 1820.  In questa sezione, l'autore analizza, inizialmente, le qualità del "piacere", e successivamente, cerca  un metodo per soddisfarlo.
Desiderio infinito del piacere, impossibile da soddisfare la riflessione di Leopardi parte da un’idea ben precisa: ogni uomo, nel suo agire, mira «al piacere, ossia alla felicità»; questa tendenza al piacere non conosce limiti perché connaturata all’esistenza; al contrario, i mezzi attraverso i quali l’uomo cerca di soddisfarla, i «piaceri», sono limitati, temporanei ed effimeri. Ne consegue la distanza incolmabile tra desiderio del piacere ed effettiva possibilità di soddisfarlo.
Il desiderio del piacere è infinito per durata (non si esaurisce finché non finisce la vita) e per estensione (il desiderio del piacere è inesauribile perché riguarda il piacere in sé, e quindi non possono esistere singoli oggetti che lo soddisfino); il conseguimento di un oggetto di desiderio non spegne il desiderio del piacere, in quanto risponde con qualcosa di finito a una richiesta infinita; soltanto l’immaginazione può soddisfare il desiderio del piacere – desiderio che è infinito – perché soltanto l’immaginazione può creare oggetti infiniti per numero, per durata e per estensione; l’uomo sperimenta una condizione di felicità quando può soddisfare la propria infinita sete di piacere con questi oggetti infiniti illusori, creati dalla sua facoltà immaginativa.

Inoltre, in una lettera presente all'interno dello Zibaldone, Leopardi descrive la più importante delle qualità dell'essere umano:
Nel loro stato di salvatichezza, non ci potrebbero servire affatto, o ci servirebbero, o diletterebbero assai meno. Così dico degli animali. Ma questo miglioramento è relativo al nostro stato presente, non mica alla natura di quelle razze pretese migliorate, nè alla natura propria nostra. Infatti quelle razze coi miglioramenti che ricevono dalle nostre arti, acquistano qualunque altra qualità fuorchè il vigore, la robustezza, la sanità, la forza di resistere alle intemperie alle fatiche di operare di crescere proporzionatamente. Anzi quanto guadagnano in altre qualità (non proprie nè primitive loro) altrettanto perdono in questa, ch’è il vero carattere della natura in tutte le sue opere, e senza la cui rispettiva dose proporzionata alla natura di ciascun genere, l’individuo è insomma in istato di malattia abituale. V. la Veterinaria di Vegezio, prologo al lib.2. nel passo riportato dal Cioni, Lettera a G. Capponi sopra Pelagonio, not.19. Il vigore rispettivo è la prima e più necessaria di tutte le facoltà, perchè insomma non è altro che la facoltà di pienamente esercitare tutte le proprie facoltà, e tutte le qualità rispettive della propria natura, e tutta la perfezion fisica della propria esistenza. 

"QUALITA'" NEGLI SCHEMI DI UN UN PENSIERO UTOPICO STEP#19


"Il sole era cocente, e siccome non potevo guardare che il
cielo, i miei occhi n'erano offesi. Intorno a me udivo un
rumore confuso, ma, stando così supino, non potevo
scorgerne la causa. A un tratto sentii qualche cosa che si
muoveva sulla mia gamba sinistra, dalla quale, passando
sul mio petto, mi saliva a poco a poco verso il mento.
Guardando alla meglio da quella parte, vidi una creatura
umana alta forse un sei pollici, che aveva in mano un
arco e una freccia e a tracolla un turcasso. Non meno di
quaranta altri esseri della stessa specie tennero dietro al
primo.
Stupefatto, cominciai a gridare, e così forte che quegli
omuncoli, presi dalla paura, scapparono; e seppi di poi
che qualcuno d'essi si era ferito abbastanza gravemente
nella fretta di precipitarsi dall'alto del mio corpo in terra.
Però ritornarono subito, anzi uno d'essi ardì farsi avanti
fino al punto di vedermi bene in faccia, e alzando le
mani e gli occhi in segno di stupore, gridò con una
vocina in falsetto, ma che io intesi benissimo."

Questo breve brano è tratto dal romanzo utopico di Taylor Swift "I viaggi di Gulliver".
L'opera s'inserisce in chiave parodistica anche nel genere letterario utopistico, iniziato proprio in Inghilterra nel Rinascimento con Tommaso Moro che nel suo romanzo L'Utopia descriveva una società perfetta realizzata dagli uomini nell'immaginaria isola di Utopia. 
Come si evince dal brano, la qualità che subito nota il protagonista è la dimensione degli abitanti di Lilliput, la città nella quale si trova. 
Con questo romanzo, Swift vuole sollevare una feroce critica alla società e al comportamento umano del tempo: ognuno dei viaggi diventa il pretesto per irridere il sistema giudiziario, i meccanismi del potere, la politica, la pretesa razionalità, i vizi e i comportamenti dei suoi contemporanei, l'assurdità delle convenzioni sociali, l'irrazionalità della guerra e gli svariati interessi e motivi che la causano (interessi economici, conflitti dinastici e religiosi, dispute politiche, interessi personali o di potere, ecc.). L'atteggiamento di Swift è di profondo pessimismo sulle possibilità dell'uomo di migliorare. 

Come ho già detto, l'autore si è ispirato al romanzo "Utopia" di Tommaso Moro, è importante specificare che il titolo dell'opera è un neologismo coniato da Moro stesso, e presenta un'ambiguità di fondo: "Utopia", infatti, può essere intesa come la latinizzazione dal greco sia di Εὐτοπεία, parola composta dal prefisso greco ευ- che significa bene e τóπος (tópos), che significa luogo, seguito dal suffisso -εία (quindi ottimo luogo), sia di Οὐτοπεία, considerando la U iniziale come la contrazione del greco οὐ (non), e che cioè la parola utopia equivalga a non-luogo, a luogo inesistente o immaginario. Tuttavia, è molto probabile che quest'ambiguità fosse nelle intenzioni di Moro, e che quindi il significato più corretto del neologismo sia la congiunzione delle due accezioni, ovvero "l'ottimo luogo (non è) in alcun luogo", che è divenuto anche il significato moderno della parola utopia. Effettivamente, l'opera narra di un'isola ideale (l'ottimo luogo), pur mettendone in risalto il fatto che esso non possa essere realizzato concretamente (nessun luogo). Dunque, sono queste le qualità che sono intrinseche nella parola "utopia": immaginazione e irraggiungibilità.




"QUALITA'" NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA STEP#18

Come ho già illustrato nello step #16, il filosofo contemporaneo che ha trattato in maniera più esaustiva questo tema è Robert Maynard Pirsing, anche e soprattutto attraverso il libro "Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta".
la filosofia MOQ

domenica 17 maggio 2020

ABBECEDARIO INTERDISCIPLINARE DELLA PAROLA "QUALITA'" STEP#17

Altezza
Bellezza
Capacità scena tratta dal film "Limitless"
Differenze "i have a dream " Martin Luther King
Essenza  cogliere l'essenza delle cose, collegamenti filosofici  
Ferro modi di dire per esprimere ostinazione o forza
Guardare l'essenziale è invisibile agli occhi
Humor
Interesse
Limiti
Motocicletta Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta
Novità
Ottusità
Pace
Quadro
Rarità
Sapienza
Trasparenza
Uomo l'unicità di essere umani
Vanità
Zero ( inteso come non valere nulla. In realtà, abbiamo visto, che ogni qualità contribuisce a renderci unici e a darci un valore come esseri umani)

mercoledì 13 maggio 2020

UN PROTAGONISTA PER LA PAROLA "QUALITA'" STEP#16

Lo "sponsor" ideale per la parola "qualità", ritengo sia Robert M. Pirsig.
Egli realizzò la teoria sulla qualità: Metafisica della Qualità (spesso abbreviata in MOQ, Metaphysics of Quality).
Il pensiero di Pirsig si interroga su cosa sia la realtà, che cosa sia buono, che cosa sia giusto, e arriva a sorprendenti conclusioni sull'esistenza e su ciò che è la vita, spesso facendo sintesi tra il pensiero occidentale e quello orientale.
La MOQ ha a che fare con una visione dell'universo non intellettuale, in parte di matrice Zen. Tuttavia Pirsig si allontana dal pensiero orientale sostenendo il ruolo fondamentale della ragione e della logica nell'impresa di capire. Egli cerca di colmare il baratro tra scienza e misticismo, tra quelle che lui definisce cultura classica e controcultura romantica, portando il dibattito fra i diversi paradigmi intorno al concetto di “valore”. Diventa quindi l'idea di qualità il sommo valore dell'animo: qualità nei propri pensieri, nelle proprie azioni, nei propri desideri.
 La MOQ ritiene che gli schemi intellettuali (idee, concetti, paradigmi, filosofie) siano superiori agli schemi sociali (tradizioni, culture, riti, gerarchie, mercati). 
A tal riguardo Pirsig afferma: “È più morale che un'idea distrugga una società che non il contrario”. 
Sotteso a questa frase c'è il concetto della superiorità dell'intelletto sulla società; il primo è generatore d'idee mentre la seconda, di norma, attua una sorta di “difesa immunitaria” contro le idee emergenti.
 Egli abbina alla realtà le categorie, in sequenza crescente di importanza, di inorganico, biologico, sociale, intellettuale o morale. Ogni categoria a sua volta subisce un conflitto interno tra forze "statiche" e forze "dinamiche". Ad esempio la società statica si contrappone a quella dinamica, o la morale dinamica è in aperta ricerca di valori sempre nuovi e migliori rispetto alla morale statica, ancorata a situazioni e contesti arcaici che ne limitano lo sviluppo.
 La Metafisica della Qualità è stata ideata e descritta nei due libri di Robert M. Pirsig: Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta del 1974 e Lila: un'indagine sulla morale del 1991.
Il romanzo di avventura è ambientato a cavallo di una motocicletta e da' una visione variegata dell’America on the road, dal Minnesota al Pacifico, e un lucido, tortuoso viaggio iniziatico. Il protagonista, infatti, decide di mettersi in viaggio con il viglio e due amici, ma durante questa avventura, anche a seguito di un guasto alla motocicletta, comincia ad interrogarsi, ponendosi alcune domande: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos’è la Qualità? Perché non possiamo vivere senza di essa? Come un metafisico selvaggio, come un lupo avvezzo a sfuggire alle trappole dei cacciatori, che in questo caso sono le parole stesse, il narratore avanza con la sua moto per strade deserte o affollate, seguito dal fantasma di Platone e Aristotele, e soprattutto dal «fantasma della razionalità», invisibile plasmatore della motocicletta e di tutto il nostro mondo. 

"QUALITA'" NELLO SCENARIO DEI LIMITI DELLO SVILUPPO STEP#15

Grande figura italiana degli studi sui limiti dello sviluppo del futuro fu Aurelio Peccei.
A lui si deve l’elaborazione del terzo concetto fondamentale degli studi sul futuro, ossia la necessità di guardare al futuro con un’impostazione globale. Peccei insisteva sempre sul fatto che non era possibile pensare al futuro senza avere una visione globale del complesso di problemi che investono l’umanità.
 Nato a Torino nel 1908, Peccei crebbe in un ambiente progressista e laico. Si laureò con lode in economia nel 1930, e subito dopo incominciò a girare il mondo. Entrò giovanissimo alla Fiat e, dopo qualche anno, riuscì a convincere la compagnia a mandarlo in Cina, dove rimase fino alla metà del 1939. Al suo rientro in Italia, si unì subito al movimento antifascista, militando in Giustizia e libertà. Arrestato nel 1944, dopo aver riacquistato la libertà, egli riprese la resistenza.  Quando la Fiat ritornò alla gestione normale, egli ricominciò la sua attività di dirigente.
Il primo dopoguerra fu partecipe di numerose importanti iniziative industriali, come, per es., la fondazione dell’Alitalia, nel 1949 chiese che gli venisse affidato l’incarico di riportare la Fiat in America Latina.
Nel 1957, pur continuando a dirigere le attività della Fiat in America Latina, Peccei ritornò in Italia, per guidare una nuova iniziativa mirata a fornire assistenza a Paesi in via di sviluppo. Nacque così l’Italconsult, che egli guidò per quasi vent’anni, un consorzio che operò in più di cinquanta Paesi, essenzialmente senza scopi di lucro, promuovendo studi di consulenza ingegneristica ed economica, e sovraintendendo alla costruzione di opere e impianti. Fu in questo periodo di lavoro intenso che Peccei sentì la necessità di ampliare i suoi orizzonti oltre l’attività manageriale di grande successo. Lo spiega così nel suo libro "La qualità umana" (1976):


La mia attività era varia, interessante e soddisfacente […] ciò non pertanto, sentivo di non esprimere veramente e pienamente me stesso […] Ero ben convinto che bonificare un deserto o erigere un’industria, […] e realizzare piani nazionali o regionali sono attività indispensabili; ma mi ero reso anche conto che concentrare praticamente ogni sforzo su progetti […] specifici, mentre il contesto più ampio in cui questi sono inseriti […] si va rapidamente deteriorando, poteva risolversi in pura perdita. Mi pareva che non sarei stato in pace con me stesso se non avessi almeno cercato di dire che bisognava fare ancora qualche cosa di più e di diverso.

"La qualità umana" è la sua singolarissima autobiografia intellettuale, un'"avventura dello spirito" dove l'esperienza personale diventa il filo sul quale tessere una riflessione sullo stato dell'umanità e sulla necessità di un mutamento profondo. Il cambiamento di cui scrive Peccei riguarda ogni individuo e la natura di una crisi che ha molte facce, ma che è al fondo culturale e nasce dalla nostra difficoltà ad adeguarci alla rapidità fuori controllo dello sviluppo tecnologico. Il ruolo dei paesi in via di sviluppo, le responsabilità delle multinazionali, le conseguenze della sovrappopolazione e del degrado ambientale, la necessità di riconnettere le leggi dell'economia alla complessità dei fatti umani.  
 Nel 1968 ha fondato il Club di Roma, associazione intemazionale e multidisciplinare che si propone di esaminare le crisi globali in maniera organica, ipotizzandone gli sviluppi e le possibili soluzioni. Infaticabile promotore di connessioni tra idee, istituzioni e discipline, Peccei non ha mai disgiunto l'azione concreta dall'analisi del presente e dalla progettazione del futuro. 

mercoledì 6 maggio 2020

"QUALITA'" NELLA CRONACA STEP#14

In un articolo del noto giornaliero italiano "La Stampa", il 16 Dicembre 2019 veniva pubblicato questo articolo (oggi disponibile sul sito web del giornale), in cui, al termine dell'anno, viene stipulata una classifica tra le varie città della penisola in base alla qualità di vita.


A Milano la qualità della vita migliore.
Le città del Sud in coda, risale Roma
La classifica annuale del Sole 24 ore. Rimane il gap con il Mezzogiorno: Caltanissetta maglia nera, Crotone penultima. La capitale al 18° posto, Torino 33esima
PUBBLICATO IL16 Dicembre 2019 ULTIMA MODIFICA16 Dicembre 2019 8:12
ROMA. Milano fa il bis, confermando per il secondo anno consecutivo la sua leadership in «Qualità della vita 2019», la classifica del «Sole 24 Ore» giunta alla trentesima edizione e pubblicata oggi sul quotidiano e sul sito. Sul podio accanto a Milano, ci sono Bolzano e Trento. Non si ricuce il divario tra Nord e Sud: in coda alla classifica si concentrano città del Mezzogiorno. L’ultima classificata, quest’anno, è Caltanissetta, con penultima Crotone e subito sopra Foggia. Roma si trova al 18° posto, risalendo rispetto allo scorso anno di tre posizioni.  

EMANUELA GRIGLIÈ
Balzo di Napoli
Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81), rispetto alla scorsa edizione ha all'attivo una salita di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20 ), Genova sale di 11 gradini (45 ), Firenze di sette (15 ) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Infine, Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto. Bologna in calo pur restando nella parte alta della classifica al 14  posto.
Novanta indicatori
La Qualità della vita 2019 è una versione extra large della tradizionale indagine del quotidiano sul benessere nei territori, su base provinciale: rispetto all’anno scorso, infatti, il numero di indicatori è aumentato da 42 a 90, divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene. Le classifiche di tappa sono: «Ricchezza e consumi», «Affari e lavoro», «Ambiente e servizi», «Demografia e società», «Giustizia e sicurezza», «Cultura e tempo libero».
I primati di Milano
Milano vanta più record: oltre alla prima posizione nella classifica generale, ottiene anche il primato nella categoria «Affari e lavoro», il secondo posto nella classifica di tappa «Ricchezza e consumi» e il terzo in «Cultura e tempo libero». È negativa, invece, la performance in «Giustizia e sicurezza»: il capoluogo lombardo, con la sua provincia, si piazza in ultima posizione soprattutto per numero di reati denunciati e litigiosità. Un dato che potrebbe essere letto anche come segno che a Milano, a differenza di altre realtà geografiche, i cittadini denunciano di più i reati.
CLASSIFICA – LA TOP 30
1. Milano
2. Bolzano
3. Trento
4. Aosta
5. Trieste
6. Monza e Brianza
7. Verona
8. Trevisto
9. Venezia
10. Parma
11. Vicenza
12. Brescia
13. Pordenone
14. Bologna
15. Firenze
16. Udine
17. Rimini
18. Roma
19. Modena
20. Cagliari
21. Cuneo
22. Reggio Emilia
23. Padova
24. Cremona
25. Forlì-Cesena
26. Ascoli Piceno
27. Prato
28. Bergamo
29. Varese
30. Lecco

"QUALITA'" NELL' INGEGNERIA STEP#13

Leon Battista Alberti, architetto medioevale, scriveva nel suo trattato “De re edificatoria”: “Architettore chiamerò io colui che saprà con la opera recare a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimenti dei pesi, congiungimenti, e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità accomodare benissimo all'uso de gli homini.”
Oggi, trascorsi alcuni secoli, il celebre architetto italiano Renzo Piano sostiene che: “Fare architettura significa costruire edifici per la gente, università, musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l'imbarbarimento.”

E’ evidente come, nonostante i due uomini appartengano ad epoche distanti e diverse, si  trovino in accordo sulle qualità  che deve avere un architetto: l’ingegno, che non solo si manifesti attraverso la progettazione di edifici, ma che possa dare dignità all’ uomo. 
Oggi, rispetto al Medioevo, però, l’architetto non è più considerato il “capo-cantiere” e non si occupa più, come faceva invece Leon Battista Alberti, della costruzione vera e propria, dunque non è più necessario che conosca i dettagli della costruzione edilizia, qualità ora necessarie per un ingegnere, ma si occupa, altresì della progettazione dell’ edificio attraverso un approccio più creativo.
 L’ inventiva è infatti la qualità che nel XXI è più importante per un architetto.  

mercoledì 29 aprile 2020

"QUALITA'" NEL MEDIOEVO VS MONDO MODERNO STEP#12



Analizzando il concetto di "qualità" nella storia della filosofia, vediamo che molti pensatori lo hanno definito in modi diversi. 
Il sapere filosofico, teologico e scientifico elaborato in età medievale  (secc.VI – XIV) viene designato con il termine SCOLASTICA. Il termine deriva dal fatto che nel Medioevo la produzione intellettuale è legata alle scuole; infatti, a partire dal secolo XIII la ricerca intellettuale si concentra nelle Università, libere corporazioni di studenti e insegnanti, dove la filosofia ha un ruolo centrale per la dimostrazione razionale dei contenuti di fede e coincide sostanzialmente con la lettura e il commento dei testi aristotelici. La filosofia del XIII secolo fu, però, qualcosa di diverso da una semplice esegesi di Aristotele; essa ne fu, infatti,  la reinterpretazione da parte dei cristiani, ma anche alcuni filosofi arabi cominciarono in questo periodo a sostenere le prime argomentazioni. Per esempio, Enrico Di Gand vissuto intorno al 1293, fu un maestro delle arti e poi di teologia all’Università di Parigi. Tra le sue opere più note, troviamo Quodlibeta e Summa teologica. Enrico parte dalla nozione di essere, ma poiché egli intende evitare il necessitarismo greco, egli spiega fin dall’inizio l’ontologia del filosofo arabo in un senso cristiano. Invece di dividere l’essere in necessario e possibile, egli lo distingue analogicamente in: 
 “qualcosa che è l’essere stesso”  : essere creato ;
 “ciò che è qualcosa a cui l’essere conviene o può naturalmente convenire”:     contiene ogni cosa creata.
Per quest ultimo, dunque, l’essere ha delle caratteristiche intrinseche che definiscono l’essere stesso; e altre qualità che, invece, può acquistare con il tempo, caratteristiche a cui aspira. L’essere che non è che l’essere, ma che è tutto l’essere, può chiamarsi indifferentemente il Bene o il Vero, ma egli è tutto questo solo perché egli è ciò la cui essenza è tale che egli è di pieno diritto. L’essere che è “qualcosa di cui conviene o può naturalmente convenire essere” comprende tutto ciò che rientra o può rientrare nelle qualità. Esso si distingue quindi immediatamente dall’essere divino. Andando oltre, egli ritiene che, poiché le esistenze dipendono in primo luogo dalla volontà di Dio, l’intelletto divino non le conosca che mediante quest’atto della volontà divina. In questo caso si può parlare di un certo volontarismo, perciò nell’essere ci sono qualità intrinseche dettate dalla volontà di Dio. Attualizzandolo, la creazione pone ogni essere come identico a se stesso e differente dagli altri. Tra queste creature l’UOMO si definisce come l’unione di un corpo e di un’anima razionale:
Corpo: costituito dalla sua propria forma, caratterizzata da qualità esteriori, visibili a tutti;
Anima: è elevata al di sopra del corpo rimanendo quindi aperta alle influenze intelligibili, con caratteristiche che si ispirano alla volontà divina.
Accettando la distinzione tra intelletto possibile e intelletto agente, Enrico spiega l’astrazione :ciò che l’astrazione ci fa raggiungere è si ciò che la cosa è, e poiché noi la raggiungiamo quale è, la conoscenza che ne abbiamo è fondata sul vero; ma essa non ci fa aggiungere l’essenza intelligibile della cosa.


Il pensiero moderno ha messo da parte, considerandoli dei semplici verbalismi, tipici della scolastica, e insussistenti ai fini di una maggiore comprensione, quelli che Aristotele considerava come i vari significati della categoria della qualità. Così ad esempio nel considerare quella che Aristotele indica come un accidente della qualità, la disposizione, si può vedere come anche senza essa si ha sempre la comprensione: per cui ad esempio dire che l'oppio produce sonnolenza (qualità) non è diverso dal dire che l'oppio ha la disposizione dormitiva (accezione della qualità).

lunedì 27 aprile 2020

"QUALITA'" AI TEMPI DEL COVID-19 #STEP11

La prima cosa a cui penso, declinando il termine "qualità" all'interno della pandemia, è la qualità della vita. Le nostre giornate non si svolgono più come eravamo abituati: non dobbiamo più uscire di casa per andare all'università; non possiamo più incontrare i nostri amici al bar, o al parco. Eppure continuiamo a studiare e a scherzare con i nostri coetanei, questo è dovuto al fatto che la nostra vita, le nostre abitudini sono rimaste le stesse, è cambiata, invece, la qualità  con la quale svolgiamo le nostre mansioni. I banchi di scuola sono stati sostituiti dalla cameretta di casa; le lavagne,invece, dai tablet e dai pc; gli aperitivi con gli amici sono solo un ricordo, ora sostituito dalle video-chiamate; i salotti di casa sono stati allestiti a palestre improvvisate.
La qualità  di questa "nuova vita", però, è totalmente diversa: ci mancano i luoghi affollati, prendere il pullman (o la metro) al mattino per andare al lavoro o all'università, ci manca il chiasso nei corridoi delle scuole e nelle università durante i cambi d'ora, ma soprattutto ci manca poter abbracciare le persone che amiamo, e che sono distanti. Ecco, è questa, forse la peggiore qualità del mondo ai tempi della pandemia del covid-19: la formalità che è purtroppo intrinseca nella tecnologia, che oggi è diventata l'unica risorsa in grado di tenerci in contatto gli uni con gli altri, ma a caro prezzo. Tutto, attraverso il computer appare freddo e distaccato.

venerdì 17 aprile 2020

"QUALITA'" NEL CINEMA_STEP#10



Ratatouille è un film d'animazione del 2007 diretto da Brad Bird e Jan Pinkava.

In questa scena, il critico culinario apprezza la qualità del piatto assaggiato e gustandolo, ricorda la propria infanzia.









Questa scena è tratta da" Il filo nascosto (Phantom Thread)", film del 2017 scritto, diretto e co-prodotto da Paul Thomas Anderson. In queste immagini la protagonista elenca alcune qualità del suo aspetto fisico.

Ho scelto di pubblicare due scene perché, nella prima, il concetto di "qualità" è implicito, mentre nella seconda, il concetto viene esposto in modo più esplicito attraverso degli esempi.




mercoledì 15 aprile 2020

"QUALITA'" NELL' ARTE FIGURATIVA_STEP#09

I MANGIATORI DI PATATE

I mangiatori di patate è un dipinto del pittore olandese Vincent van Gogh, realizzato nel 1885 e conservato al Museo Van Gogh di Amsterdam.
Artista: Vincent van Gogh
Dimensioni: 82 cm x 1,14 m
Luogo: Van Gogh Museum
Soggetto: contadino
Data di creazione: 13 aprile 1885–1885
Periodi: Realismo, Arte moderna

“Volevo sottolieare come queste persone che mangiano patate al lume di una lampada, hanno zappato la terra con le stesse mani che ora prontendono nel piatto; e quindi parlo di lavoro manuale e di come essi si siano guadagnati onestamente il cibo” (Vincent Van Gogh, aprile / maggio 1885)
Con queste parole, V.Van Gogh spiega come egli voglia rappresentare non solo una cena tra contadini, ma attraverso i colori usati e la rappresentazione dei volti stanchi, esalta ancor di più la             loro fatica rendendo le loro espressioni ancora più dure, quasi al limite del grottesco. Egli esalta in questo         modo la loro qualità di vita.

"QUALITA'" NEI DIALOGHI DI PLATONE_STEP#08

"Cose, come per esempio la grandezza, la sanità, la forza e, in una parola, della sostanza di tutte le cose, di ciò che ciascuna è. La verità di esse si contempla forse mediante il corpo o avviene che chi di noi si accinge più degli altri e con più accuratezza a pensare ciascun oggetto della sua indagine in sé, costui si avvicina il più possibile alla conoscenza dell'oggetto? E potrà farlo nel modo più puro chi si dirigerà verso ciascun oggetto, il più possibile, con il solo pensiero, senza intromettere nel pensiero la vista e senza trascinarsi dietro con il ragionamento alcun altro senso, ma utilizzando solo il puro pensiero di per se stesso, andrà a caccia di ciascuno degli enti in sé nella sua purezza, dopo essersi liberato il più possibile da occhi, orecchie e, a parlar propriamente, da tutto il corpo, perché turba l'anima e non le consente di acquistare verità e intelligenza, quando comunica con essa."             Tratto da Fedone, Platone, IV sec. a.C.

 Nel Fedone si narrava come Socrate fosse giunto alla teoria delle idee dopo essere stato deluso dalle spiegazioni naturalistiche che facevano intervenire solo caldo, freddo, aria e fuoco. Infatti una cosa è bella non perché abbia un certo colore o una certa figura o altre proprietà di questo genere, ma perché partecipa del bello in sé, che è in qualche modo presente nelle cose belle, le quali hanno una comunanza con esso. Già nei dialoghi socratici le configurazioni e i campioni vengono indicati talvolta come cause presenti nelle cose, ma nel Fedone le idee sono cause delle cose in quanto le cose partecipano e aspirano a esse. Sono le idee, e non le entità materiali usate dai naturalisti, che permettono di dar ragione di ciò che una cosa è, di rivelarne la causa. Le idee derivano da qualcosa che sta al di là delle idee stesse : è l’idea del bene, in virtù della quale le cose sono utili e vantaggiose. Il bene come causa finale ultima compariva già nei dialoghi socratici, al di là dei fini limitati delle tecniche, che conoscono non ciò che è bene o male, ma semmai quel che è mezzo a un fine che sta oltre il mezzo. I fini particolari sono solo beni parziali, «immagini» di un bene primo, al quale bisogna fermarsi. Neppure le idee permettono di conoscere il bene se non da quello che ne deriva. Infatti è «l'idea del bene, che è la causa di scienza e verità».

lunedì 6 aprile 2020

"QUALITA'" IN POESIA_STEP#07


ODE ALLA ROSA
Alla rosa,
a questa rosa,
all'unica,
a questa gagliarda, aperta,
adulta rosa,
alla profondità
del suo velluto,
all'esplosione del suo seno rosso.
Credevano,
sì,
credevano
che avrei rinunciato a te, 
che non ti canto
che non eri mia, rosa, 
ma di altri,
che io
giro per il mondo
senza guardarti,
preoccupato
soltanto
dell'uomo
e del suo conflitto.
Non è vero, rosa,
ti amo.
Da adolescente
preferii le spighe,
le melagrane, 
preferii fiori aspri
di sterpaia, silvestri
gigli.
Per snobismo 
disprezzai la tua fiera
pienezza,
il raso mattutino del tuo corpetto,
l' indolente insolenza
della tua agonia, quando
lasci cadere un petalo
mentre con gli altri 
continui ad ardere
fino a spargere tutto il tuo tesoro.
Mi appartieni,
rosa,
come tutto
quel che c'è sulla terra,
e non può
il poeta
chiudere gli occhi
davanti alla tua coppa accesa,
chiudere il cuore alla tua fragranza.
Rosa, sei resistente: 
ho visto
cadere la neve nel mio giardino:
il ghiaccio
paralizzò tutto, 
dei grandi alberi
si spezzano i rami, 
da solo
roseto sopravvivesti, 
ostinato,
ignudo, là nel freddo, 
simile alla terra,
parente
del contadino, del fango, 
della brina,
e poi
puntuale, la nascita
di una rosa, la crescita di una fiammata.

Rosa operaia,
lavori
il tuo profumo,
 elabori
la tua esplosione scarlatta o la tua bianchezza, 
per tutto l'inverno
scavi nella terra, 
scavi
minerali,
una miniera,
estrai fuoco
dal fondo
e poi
ti apri,
splendore della luce, labbro del fuoco, 
lampada di bellezza.

A me
appartieni,
a me e a tutti, 
anche se
a malapena
abbiamo
tempo per guardarti,
vita per
dedicare alle tue fiamme 
le attenzioni, 
rosa
sei nostra,
vieni
dal tempo passato
e procedi, 
parti dai giardini
verso il futuro.
Cammini
sul cammino
dell'uomo,
infrangibile e vittoriosa sei
un piccolo bozzolo di bandiera.
Sotto il tuo resistente e delicato
baldacchino di fragranza
la grave terra sconfisse la morte
e la vittoria fu la tua fiammata.


Questa poesia, come molte altre odi di P. Neruda, descrive bene la qualità del soggetto preso in considerazione, in questo caso la rosa.




venerdì 3 aprile 2020

"QUALITA'" IN LETTERATURA _STEP#06

Il concetto di qualità in letteratura compare molto spesso, specialmente per descrivere luoghi e personaggi.

Dante nella Divina Commedia descrive le qualità per cui si sono distinti i dannati, nell'Inferno, e dei beati nel Paradiso.
Nell' Antinferno si trovano gli ignavi, coloro che non presero mai una decisione in vita.
Nel primo girone troviamo i lussuriosi, inseguito i golosi, gli avari, gli iracondi e gli accidiosi; fino ad arrivare al sesto girone in cui sono torturati gli eretici. A seguire, i violenti ed i fraudolenti; infine i traditori. In ogni cerchio, le anime vengono descritte per le qualità che li caratterizzavano in vita, Dante, inoltre, riporta la vita di alcuni di questi, per dare prova di ciò che vede. In ogni girone, i dannati subiscono pene qualitativamente differenti, in base a come si sono comportati in vita, per la legge del contrappasso.
Nel purgatorio troviamo alcune pene si ripetono, alcune in maniera più lievi, qui si trovano gli scomunicati e i pentiti.
Nel paradiso troviamo, invece, le anime che si sono distinte per qualità positive. Troviamo spiriti attivi per onore, spiriti che in vita si distinsero per l'amore nei confronti del prossimo, a seguire, spiriti sapienti, i martiri e coloro che combatterono per la fede, infine, gli spiriti giusti.

Anche nel libro Flatlandia di Edwin Abbot Abbot la "qualità" è una caratteristica importante, infatti dalla qualità fisica di ogni abitante di questo bizzarro mondo dipendono anche le qualità intellettive. Flatlandia è un mondo bidimensionale (flat in inglese significa piatto) e gli abitanti di questo mondo sono delle figure geometriche che si muovono su un piano che per loro è l'universo. Il narratore è uno degli abitanti, e nella fattispecie è un quadrato. 
Come si è detto, il racconto è una satira della società dell'autore, infatti in Flatlandia la società è rigidamente divisa in gerarchie e la suddivisione si basa sull'aspetto fisico. Nello specifico, sul numero di lati che formano le figure.
 Nel mondo di Flatlandia un maggior numero di lati (o meglio, un angolo più largo) viene associato a maggior intelligenza e quindi a scuole migliori e in seguito a lavori migliori e di maggior responsabilità. In questo mondo ogni individuo può sperare in un'ascesa sociale sua o eventualmente della sua prole, anche se in realtà solo un ridottissimo numero di individui riesce a migliorare la propria posizione sociale.
La remota possibilità d'elevazione sociale viene utilizzata dalla classe dominante per mantenere pacifico il popolo e in caso di rivolte l'elevazione di classe viene utilizzata per allettare i capi delle rivolte e quindi per far fallire tutte le rivolte in Flatlandia. Uno speciale spazio viene riservato alle donne che in quell'universo sono delle linee e quindi simili a figure dotate solo di due lati e di un angolo pari a zero sono assimilate a dei bambini che vanno perennemente protetti dal mondo esterno.

Ecco un breve tratto preso dal libro:
"Osserva quella miserabile creatura. Quel Punto è un Essere come noi, ma confinato nel baratro adimensionale. Egli stesso è tutto il suo Mondo, tutto il suo Universo; egli non può concepire altri fuor di se stesso: egli non conosce lunghezza, né larghezza, né altezza, poiché non ne ha esperienza; non ha cognizione nemmeno del numero Due; né ha un'idea della pluralità, poiché egli è in se stesso il suo Uno e il suo Tutto, essendo in realtà un Niente. Eppure nota la sua soddisfazione totale, e traine questa lezione: che l'essere soddisfatti di sé significa essere vili e ignoranti, e che è meglio aspirare a qualcosa che essere ciecamente, e impotentemente, felici".

 In queste parole è evidente la descrizione delle qualità del punto.

mercoledì 1 aprile 2020

venerdì 27 marzo 2020

"QUALITA'" NEL MITO ANTICO_STEP#04

Gli dei dell' Olimpo, venerati dagli antichi Greci e Romani, venivano immaginati con sembianze umane e con abitudini di vita simili a quelle degli uomini. Essi, però, a differenza dei mortali, avevano qualità e poteri sovrumani; anche se, allo stesso tempo, ne possedevano i difetti (invidia, ira e gelosia,infatti, erano le loro principali caratteristiche). Spesso le loro storie personali si intrecciavano con quelle degli uomini, non solo nelle vicende amorose, ma anche in situazioni bellicose.
Ogni dio dell'olimpo aveva, però, precise qualità che lo caratterizzavano.
Tracciando il profilo di ognuno di essi, possiamo sottolinearne pregi e difetti.

Ade (per i Greci), Plutone (per i Latini)
Egli era il dio del regno dei morti, per questo, veniva solitamente rappresentato come un uomo tenebroso, barbuto, freddo e serio (ma mai cattivo), spesso seduto su un trono e dotato di una patera e di uno scettro, con il cane a tre teste protettore degli Inferi, Cerbero. A volte si trovava anche un serpente ai suoi piedi. Indossa molto spesso un elmo, oppure un velo che gli copre il volto e gli occhi.

Afrodite, Venere
Rappresentava l' amore e la bellezza, ma questa figura, non possiede affatto le qualità di una creatura dolce e romantica, al contrario, viene descritta infedele, lussuriosa, vanitosa e molto permalosa.

Apollo
(Il culto per questo dio viene importato dai Romani direttamente dalla Grecia, per questo il nome rimane lo stesso).
Egli rappresenta le arti, la poesia, la musica, oltre ad essere il dio della medicina.
Come molti altri dei greci, Apollo ha numerosi epiteti, atti a riflettere i diversi ruoli, poteri e aspetti della personalità del dio stesso. Il titolo di gran lunga maggiormente attributo ad Apollo (e spesso condiviso dalla sorella Artemide) era quello di Febo, letteralmente "splendente" o "lucente", riferito sia alla sua bellezza sia al suo legame con il sole (o con la luna nel caso di Artemide).

Ares, Marte
Dio della guerra e figlio di Zeus e di Era. Aggressivo e feroce, impersonava la natura brutale della guerra.

Artemide, Diana
Una delle dee principali, figlia di Zeus era la più importante delle divinità della caccia e degli animali selvatici, soprattutto degli orsi, nonché protettrice delle nascite, della natura e dei raccolti. In quanto personificazione della Luna, talvolta veniva identificata con Selene. Tradizionalmente protettrice delle giovani fanciulle, assicurava alle sue predilette un parto tranquillo.

Athena, Minerva
Atena era prima di tutto la dea delle città greche, delle arti e dei mestieri e, nella mitologia più tarda, della saggezza. È anche la dea della guerra; tra gli dei fu la più accanita sostenitrice dei greci durante la guerra di Troia. La dea era anche protettrice dell'agricoltura e dei mestieri femminili, soprattutto della filatura e della tessitura. All'uomo, invece, dedicò l'invenzione dell'aratro e del flauto e le arti di addomesticare gli animali, costruire navi e fabbricare calzature.

Poseidone, Nettuno
In arte Poseidone compare come un personaggio maestoso, con la barba, che impugna un tridente, ed è spesso accompagnato da un delfino.

Zeus, Giove
Dio del cielo e il signore degli dei del monte Olimpo. Secondo Omero, Zeus era il creatore, il protettore e il signore tanto degli dei olimpici quanto del genere umano, nonché il re del cielo, il dio della pioggia, il raccoglitore delle nubi e il dispensatore dei fulmini; il dio si proteggeva il petto con l'egida e veniva simboleggiato dall'aquila e dall'albero di quercia. Nei poemi omerici Zeus viene rappresentato come il dio della giustizia e della pietà.

Era, Giunone
La regina degli dei, era sorella e sposa di Zeus. Dea del matrimonio e protettrice delle donne sposate, moglie gelosa, Era perseguitò spesso le amanti e i figli di Zeus; non dimenticava mai un'offesa ed era nota per la sua natura vendicativa


domenica 22 marzo 2020

LA STORIA DEL TERMINE "QUALITA'"_STEP#02

"Qualità" deriva dal latino "qualitas -atis" derivato da "qualis", ricalcato da Cicerone dal greco  ποιότης, qualità, da ποῖος, quale. Per poter tracciare la storia del termine si deve, dunque, analizzare la società romana, così da poter delineare le qualità che in quell' epoca la caratterizzavano.

Dal punto di vista morale, le qualità che doveva avere un buon romano erano dettate dalle due dottrine filosofiche che vigevano: l'epicureismo e lo stoicismo.Secondo la prima filosofia, l'uomo doveva ricercare l'equilibrio interiore, raggiungibile attraverso la serena padronanza di sé di fronte alle cose, nel soddisfacimento dei propri bisogni e nel godimento del piacere, e attraverso la liberazione dal timore della divinità e della morte.
La filosofia stoica, invece, sosteneva come virtù  quella dell' autocontrollo e del distacco dalle cose terrene, ottenuta esercitando il dominio sulle proprie passioni. Perciò il termine "qualitas" indicava concetti diversi da una filosofia all'altra: ciò che era considerata una qualità positiva per l'epicureismo, come i piaceri terreni non lo sarà stata per lo stoicismo, che al contrario li condannava.

Analizzando, invece, il concetto di "qualità" nella storia della filosofia, vediamo che molti pensatori lo hanno definito in modi diversi. La quantità secondo la definizione aristotelica è quel concetto indicato dal termine πόσον (poson, ovvero "quanto") che esprime la misura della sostanza del mondo fisico. Inoltre, la quantità è una delle categorie fondamentali che esprime la proprietà per cui ogni singolo ente può essere sottoposto ad una misura eventualmente numerica. Sempre secondo Aristotele, vi sono le quantità discrete, come i numeri e le parti del discorso, indivisibili e le quantità continue, come le grandezze geometriche, il movimento e il tempo, che possono invece essere divise all'infinito.
Successivamente Kant tratterà della quantità definendola come categoria, appartenente cioè alla formulazione logica del pensiero, e nello stesso tempo come forma a priori trascendentale, costitutiva cioè, con l'attività discriminante dell'intuizione, dei fenomeni. La categorie della quantità e della qualità Kant le chiama categorie "matematiche" perché definiscono con precisione numerica i dati sensibili oggetto dell'intuizione pura. Le altre categorie, cioè quelle della relazione e della modalità, che egli chiama "dinamiche" riguardano il rapporto che l'intelletto raggruppante o determinante riesce a stabilire tra i fenomeni che provengono dall'intuizione.
La moderna scienza galileiana della natura riprende e accetta questa distinzione che successivamente verrà teorizzata da John Locke nella differenziazione di "qualità primarie", oggettive come quelle caratteristiche che appartengono di per sé ai corpi (l'estensione, la figura, il moto ecc.) e "qualità secondarie", soggettive (colori, suoni, odori, sapori ecc.) che non sono inventate ma che non hanno corrispondenza nella realtà.

IL TERMINE "QUALITA'" IN ALCUNE LINGUE STRANIERE_STEP#01BIS

Il termine "qualità" come abbiamo visto deriva dal latino "qualis", il cui significato è pressoché lo stesso che gli viene attribuito oggigiorno: "persona o oggetto di una certa natura" (da IL dizionario di luigi Castiglioni e Scevola Mariotti, 4° edizione).
In altre lingue romanze, ad esempio lo spagnolo, la parola "qualità" si traduce "calidad". Tale termine ha due possibili significati : "insieme di proprietà che permette di dare valore ad una cosa" e "superiorità di qualcosa o qualcuno". Come si può subito intuire, in spagnolo il termine "qualità" non racchiude più l' insieme delle caratteristiche generiche di qualcosa/qualcuno, bensì indica solamente le proprietà positive di una tale cosa o persona. "Calidad" ha,dunque, un' accezione prettamente positiva, con cui si esprimono le virtù di una cosa o persona,viene infatti utilizzato quando si suppone un certo prestigio; al contrario del vocabolo "qualità" con cui, in italiano, ci riferiamo alle caratteristiche positive o negative che definiscono una tale cosa o persona; come riporta infatti il vocabolario Zingarelli (utilizzato nello step precedente per la definizione della parola in questione) anche "cattivo", "pessimo" e "scadente" sono qualità.

Analizzando lo stesso termine anche in giapponese, lingua orientale, che si allontana totalmente da quelle romanze per l'utilizzo una scrittura totalmente diversa, possiamo tradurre il termine "qualità" con tale kanji (ideogramma sotto).


Questo simbolo riassume il concetto di "qualità" riferendosi sia a cose che persone.
Fin dall' antichità, al popolo giapponese veniva sottolineata la propria bontà, ciò sottolinea come questa popolazione desse maggiore importanza alle qualità morali dell' individuo rispetto a quelle estetiche. In una lettera scritta da Francis Xavier, che fece la prima missione gesuita in Giappone nel 1549 (di cui possiamo trovare un estratto nel libro "The Christian Century in Japan, 1549-1650"), i giapponesi vengono descritti come "persone dalle buone maniere, buone in generle e non maliziose, uomini d'onore, per cui l'onore stesso veniva premiato sopra ogni cosa. Erano persone, in generale, povere, però, nella loro società la povertà non era vista come una vergogna. In particolare, c'era una qualità che distingueva questo popolo da quello occidentale : veniva reso onore a qualsiasi persona in egual modo, sia essa fosse stata povera, sia fosse stata ricca."
Si può concludere che anche in questo caso, come per il termine "calidad", si indichi l'insieme delle qualità positive di una cosa o di un individuo, in particolare, le qualità morali.


RIFLESSIONE AGGIUNTA IN SEGUITO ALLA LEZIONE TENUTA IL 5/6/20
Inoltre, François Jullien, noto filosofo del 1600, sviluppò una nuova problematizzazione che, decostruendo dal di fuori i partiti presi dell'ontologia europea, permette di riconsiderare, attraverso una visione obliqua, i campi della strategia, dell'etica e dell'estetica. Egli introdusse il concetto di "scarto".                                       
Lo scopo della sua filosofia era quello di disordinare, e non quello di ordinare, per poter sondare fin dove il concetto può giungere, senza utilizzare una struttura gerarchica.                                                                           
Il termine "cosa" in cinese è formata da due ideogrammi : "occidente" ed "oriente". Ciò indica la capacità, diffusa nel mondo orientale, di porre vicini gli opposti per "lasciare aperta la mente".
Infatti, ponendo vicini termini opposti non do priorità a nessuna qualità.

venerdì 20 marzo 2020

DEFINIZIONE ED ETIMOLOGIA DELLA PAROLA "QUALITA'" _ STEP#01

"Le idee delle qualità primarie dei corpi sono immagini di essi e le loro forme esistono realmente nei corpi stessi; ma le idee prodotte in noi dalle qualità secondarie non hanno affatto somiglianza con essi" J.Locke

Qualità
1Elemento o insieme di elementi concreti che costituiscono la natura di qualcosa o di qualcuno e ne permettono la valutazione in base ad una determinata scala di valori.
2Attributo o proprietà morale o spirituale, che determina e caratterizza una persona e permette di darne un giudizio o una valutazione | Qualità negative, vizi, difetti.
3Dote, virtù, pregio.
4Specie, sorta, genere.
5(lett.) Condizione sociale, professione che si esercita, titolo di cui si è forniti o dotati, mansione che si svolge | In qualità di, in quanto tale, nella veste di:
6Modo di essere particolare | Qualità della vita, insieme delle condizioni ambientali, sociali, lavorative e simili che concorrono a determinare il grado di benessere del vivere quotidiano | Di qualità che, di modo che.
7(filos.) Modo di essere di qualsiasi oggetto | Qualità di una proposizione , la sua proprietà di essere affermativa o negativa.
8(ling.) Timbro di una voce.

Da "lo Zingarelli", vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, dodicesima edizione, a cura di Miro Dogliotti e Luigi Rosiello.


Etimologia
Quslità: dal latino QUALITATEM da QUALIS, quale o terminazione propria di nomi astratti. Modo di essere, Proprietà, Natura (cioè quale una cosa è).

Da "Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana" (https://www.etimo.it/?cmd=id&id=13959&md=c45324ee34081473a2da2957e343504f)