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venerdì 29 maggio 2020

"QUALITA'" NEGLI SCHEMI DI UN UN PENSIERO UTOPICO STEP#19


"Il sole era cocente, e siccome non potevo guardare che il
cielo, i miei occhi n'erano offesi. Intorno a me udivo un
rumore confuso, ma, stando così supino, non potevo
scorgerne la causa. A un tratto sentii qualche cosa che si
muoveva sulla mia gamba sinistra, dalla quale, passando
sul mio petto, mi saliva a poco a poco verso il mento.
Guardando alla meglio da quella parte, vidi una creatura
umana alta forse un sei pollici, che aveva in mano un
arco e una freccia e a tracolla un turcasso. Non meno di
quaranta altri esseri della stessa specie tennero dietro al
primo.
Stupefatto, cominciai a gridare, e così forte che quegli
omuncoli, presi dalla paura, scapparono; e seppi di poi
che qualcuno d'essi si era ferito abbastanza gravemente
nella fretta di precipitarsi dall'alto del mio corpo in terra.
Però ritornarono subito, anzi uno d'essi ardì farsi avanti
fino al punto di vedermi bene in faccia, e alzando le
mani e gli occhi in segno di stupore, gridò con una
vocina in falsetto, ma che io intesi benissimo."

Questo breve brano è tratto dal romanzo utopico di Taylor Swift "I viaggi di Gulliver".
L'opera s'inserisce in chiave parodistica anche nel genere letterario utopistico, iniziato proprio in Inghilterra nel Rinascimento con Tommaso Moro che nel suo romanzo L'Utopia descriveva una società perfetta realizzata dagli uomini nell'immaginaria isola di Utopia. 
Come si evince dal brano, la qualità che subito nota il protagonista è la dimensione degli abitanti di Lilliput, la città nella quale si trova. 
Con questo romanzo, Swift vuole sollevare una feroce critica alla società e al comportamento umano del tempo: ognuno dei viaggi diventa il pretesto per irridere il sistema giudiziario, i meccanismi del potere, la politica, la pretesa razionalità, i vizi e i comportamenti dei suoi contemporanei, l'assurdità delle convenzioni sociali, l'irrazionalità della guerra e gli svariati interessi e motivi che la causano (interessi economici, conflitti dinastici e religiosi, dispute politiche, interessi personali o di potere, ecc.). L'atteggiamento di Swift è di profondo pessimismo sulle possibilità dell'uomo di migliorare. 

Come ho già detto, l'autore si è ispirato al romanzo "Utopia" di Tommaso Moro, è importante specificare che il titolo dell'opera è un neologismo coniato da Moro stesso, e presenta un'ambiguità di fondo: "Utopia", infatti, può essere intesa come la latinizzazione dal greco sia di Εὐτοπεία, parola composta dal prefisso greco ευ- che significa bene e τóπος (tópos), che significa luogo, seguito dal suffisso -εία (quindi ottimo luogo), sia di Οὐτοπεία, considerando la U iniziale come la contrazione del greco οὐ (non), e che cioè la parola utopia equivalga a non-luogo, a luogo inesistente o immaginario. Tuttavia, è molto probabile che quest'ambiguità fosse nelle intenzioni di Moro, e che quindi il significato più corretto del neologismo sia la congiunzione delle due accezioni, ovvero "l'ottimo luogo (non è) in alcun luogo", che è divenuto anche il significato moderno della parola utopia. Effettivamente, l'opera narra di un'isola ideale (l'ottimo luogo), pur mettendone in risalto il fatto che esso non possa essere realizzato concretamente (nessun luogo). Dunque, sono queste le qualità che sono intrinseche nella parola "utopia": immaginazione e irraggiungibilità.




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