Egli realizzò la teoria sulla qualità: Metafisica della Qualità (spesso abbreviata in MOQ, Metaphysics of Quality).
Il pensiero di Pirsig si interroga su cosa sia la realtà,
che cosa sia buono, che cosa sia giusto, e arriva a sorprendenti conclusioni
sull'esistenza e su ciò che è la vita, spesso facendo sintesi tra il pensiero
occidentale e quello orientale.
La MOQ ha a che fare con una visione dell'universo non
intellettuale, in parte di matrice Zen. Tuttavia Pirsig si allontana dal
pensiero orientale sostenendo il ruolo fondamentale della ragione e della
logica nell'impresa di capire. Egli cerca di colmare il baratro tra scienza e
misticismo, tra quelle che lui definisce cultura classica e controcultura
romantica, portando il dibattito fra i diversi paradigmi intorno al concetto di
“valore”. Diventa quindi l'idea di qualità il sommo valore dell'animo: qualità
nei propri pensieri, nelle proprie azioni, nei propri desideri.
A tal riguardo Pirsig afferma: “È più morale che
un'idea distrugga una società che non il contrario”.
Sotteso a questa frase c'è
il concetto della superiorità dell'intelletto sulla società; il primo è
generatore d'idee mentre la seconda, di norma, attua una sorta di “difesa
immunitaria” contro le idee emergenti.
Il romanzo di avventura è ambientato a
cavallo di una motocicletta e da' una visione variegata dell’America
on the road, dal Minnesota al Pacifico, e un lucido, tortuoso viaggio
iniziatico. Il protagonista, infatti, decide di mettersi in viaggio con il viglio e due amici, ma durante questa avventura, anche a seguito di un guasto alla motocicletta, comincia ad interrogarsi, ponendosi alcune domande: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca
odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos’è la Qualità? Perché non possiamo
vivere senza di essa? Come un metafisico selvaggio, come un lupo avvezzo a
sfuggire alle trappole dei cacciatori, che in questo caso sono le parole
stesse, il narratore avanza con la sua moto per strade deserte o affollate,
seguito dal fantasma di Platone e Aristotele, e soprattutto dal «fantasma della
razionalità», invisibile plasmatore della motocicletta e di tutto il nostro
mondo.
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