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venerdì 27 marzo 2020

"QUALITA'" NEL MITO ANTICO_STEP#04

Gli dei dell' Olimpo, venerati dagli antichi Greci e Romani, venivano immaginati con sembianze umane e con abitudini di vita simili a quelle degli uomini. Essi, però, a differenza dei mortali, avevano qualità e poteri sovrumani; anche se, allo stesso tempo, ne possedevano i difetti (invidia, ira e gelosia,infatti, erano le loro principali caratteristiche). Spesso le loro storie personali si intrecciavano con quelle degli uomini, non solo nelle vicende amorose, ma anche in situazioni bellicose.
Ogni dio dell'olimpo aveva, però, precise qualità che lo caratterizzavano.
Tracciando il profilo di ognuno di essi, possiamo sottolinearne pregi e difetti.

Ade (per i Greci), Plutone (per i Latini)
Egli era il dio del regno dei morti, per questo, veniva solitamente rappresentato come un uomo tenebroso, barbuto, freddo e serio (ma mai cattivo), spesso seduto su un trono e dotato di una patera e di uno scettro, con il cane a tre teste protettore degli Inferi, Cerbero. A volte si trovava anche un serpente ai suoi piedi. Indossa molto spesso un elmo, oppure un velo che gli copre il volto e gli occhi.

Afrodite, Venere
Rappresentava l' amore e la bellezza, ma questa figura, non possiede affatto le qualità di una creatura dolce e romantica, al contrario, viene descritta infedele, lussuriosa, vanitosa e molto permalosa.

Apollo
(Il culto per questo dio viene importato dai Romani direttamente dalla Grecia, per questo il nome rimane lo stesso).
Egli rappresenta le arti, la poesia, la musica, oltre ad essere il dio della medicina.
Come molti altri dei greci, Apollo ha numerosi epiteti, atti a riflettere i diversi ruoli, poteri e aspetti della personalità del dio stesso. Il titolo di gran lunga maggiormente attributo ad Apollo (e spesso condiviso dalla sorella Artemide) era quello di Febo, letteralmente "splendente" o "lucente", riferito sia alla sua bellezza sia al suo legame con il sole (o con la luna nel caso di Artemide).

Ares, Marte
Dio della guerra e figlio di Zeus e di Era. Aggressivo e feroce, impersonava la natura brutale della guerra.

Artemide, Diana
Una delle dee principali, figlia di Zeus era la più importante delle divinità della caccia e degli animali selvatici, soprattutto degli orsi, nonché protettrice delle nascite, della natura e dei raccolti. In quanto personificazione della Luna, talvolta veniva identificata con Selene. Tradizionalmente protettrice delle giovani fanciulle, assicurava alle sue predilette un parto tranquillo.

Athena, Minerva
Atena era prima di tutto la dea delle città greche, delle arti e dei mestieri e, nella mitologia più tarda, della saggezza. È anche la dea della guerra; tra gli dei fu la più accanita sostenitrice dei greci durante la guerra di Troia. La dea era anche protettrice dell'agricoltura e dei mestieri femminili, soprattutto della filatura e della tessitura. All'uomo, invece, dedicò l'invenzione dell'aratro e del flauto e le arti di addomesticare gli animali, costruire navi e fabbricare calzature.

Poseidone, Nettuno
In arte Poseidone compare come un personaggio maestoso, con la barba, che impugna un tridente, ed è spesso accompagnato da un delfino.

Zeus, Giove
Dio del cielo e il signore degli dei del monte Olimpo. Secondo Omero, Zeus era il creatore, il protettore e il signore tanto degli dei olimpici quanto del genere umano, nonché il re del cielo, il dio della pioggia, il raccoglitore delle nubi e il dispensatore dei fulmini; il dio si proteggeva il petto con l'egida e veniva simboleggiato dall'aquila e dall'albero di quercia. Nei poemi omerici Zeus viene rappresentato come il dio della giustizia e della pietà.

Era, Giunone
La regina degli dei, era sorella e sposa di Zeus. Dea del matrimonio e protettrice delle donne sposate, moglie gelosa, Era perseguitò spesso le amanti e i figli di Zeus; non dimenticava mai un'offesa ed era nota per la sua natura vendicativa


domenica 22 marzo 2020

LA STORIA DEL TERMINE "QUALITA'"_STEP#02

"Qualità" deriva dal latino "qualitas -atis" derivato da "qualis", ricalcato da Cicerone dal greco  ποιότης, qualità, da ποῖος, quale. Per poter tracciare la storia del termine si deve, dunque, analizzare la società romana, così da poter delineare le qualità che in quell' epoca la caratterizzavano.

Dal punto di vista morale, le qualità che doveva avere un buon romano erano dettate dalle due dottrine filosofiche che vigevano: l'epicureismo e lo stoicismo.Secondo la prima filosofia, l'uomo doveva ricercare l'equilibrio interiore, raggiungibile attraverso la serena padronanza di sé di fronte alle cose, nel soddisfacimento dei propri bisogni e nel godimento del piacere, e attraverso la liberazione dal timore della divinità e della morte.
La filosofia stoica, invece, sosteneva come virtù  quella dell' autocontrollo e del distacco dalle cose terrene, ottenuta esercitando il dominio sulle proprie passioni. Perciò il termine "qualitas" indicava concetti diversi da una filosofia all'altra: ciò che era considerata una qualità positiva per l'epicureismo, come i piaceri terreni non lo sarà stata per lo stoicismo, che al contrario li condannava.

Analizzando, invece, il concetto di "qualità" nella storia della filosofia, vediamo che molti pensatori lo hanno definito in modi diversi. La quantità secondo la definizione aristotelica è quel concetto indicato dal termine πόσον (poson, ovvero "quanto") che esprime la misura della sostanza del mondo fisico. Inoltre, la quantità è una delle categorie fondamentali che esprime la proprietà per cui ogni singolo ente può essere sottoposto ad una misura eventualmente numerica. Sempre secondo Aristotele, vi sono le quantità discrete, come i numeri e le parti del discorso, indivisibili e le quantità continue, come le grandezze geometriche, il movimento e il tempo, che possono invece essere divise all'infinito.
Successivamente Kant tratterà della quantità definendola come categoria, appartenente cioè alla formulazione logica del pensiero, e nello stesso tempo come forma a priori trascendentale, costitutiva cioè, con l'attività discriminante dell'intuizione, dei fenomeni. La categorie della quantità e della qualità Kant le chiama categorie "matematiche" perché definiscono con precisione numerica i dati sensibili oggetto dell'intuizione pura. Le altre categorie, cioè quelle della relazione e della modalità, che egli chiama "dinamiche" riguardano il rapporto che l'intelletto raggruppante o determinante riesce a stabilire tra i fenomeni che provengono dall'intuizione.
La moderna scienza galileiana della natura riprende e accetta questa distinzione che successivamente verrà teorizzata da John Locke nella differenziazione di "qualità primarie", oggettive come quelle caratteristiche che appartengono di per sé ai corpi (l'estensione, la figura, il moto ecc.) e "qualità secondarie", soggettive (colori, suoni, odori, sapori ecc.) che non sono inventate ma che non hanno corrispondenza nella realtà.

IL TERMINE "QUALITA'" IN ALCUNE LINGUE STRANIERE_STEP#01BIS

Il termine "qualità" come abbiamo visto deriva dal latino "qualis", il cui significato è pressoché lo stesso che gli viene attribuito oggigiorno: "persona o oggetto di una certa natura" (da IL dizionario di luigi Castiglioni e Scevola Mariotti, 4° edizione).
In altre lingue romanze, ad esempio lo spagnolo, la parola "qualità" si traduce "calidad". Tale termine ha due possibili significati : "insieme di proprietà che permette di dare valore ad una cosa" e "superiorità di qualcosa o qualcuno". Come si può subito intuire, in spagnolo il termine "qualità" non racchiude più l' insieme delle caratteristiche generiche di qualcosa/qualcuno, bensì indica solamente le proprietà positive di una tale cosa o persona. "Calidad" ha,dunque, un' accezione prettamente positiva, con cui si esprimono le virtù di una cosa o persona,viene infatti utilizzato quando si suppone un certo prestigio; al contrario del vocabolo "qualità" con cui, in italiano, ci riferiamo alle caratteristiche positive o negative che definiscono una tale cosa o persona; come riporta infatti il vocabolario Zingarelli (utilizzato nello step precedente per la definizione della parola in questione) anche "cattivo", "pessimo" e "scadente" sono qualità.

Analizzando lo stesso termine anche in giapponese, lingua orientale, che si allontana totalmente da quelle romanze per l'utilizzo una scrittura totalmente diversa, possiamo tradurre il termine "qualità" con tale kanji (ideogramma sotto).


Questo simbolo riassume il concetto di "qualità" riferendosi sia a cose che persone.
Fin dall' antichità, al popolo giapponese veniva sottolineata la propria bontà, ciò sottolinea come questa popolazione desse maggiore importanza alle qualità morali dell' individuo rispetto a quelle estetiche. In una lettera scritta da Francis Xavier, che fece la prima missione gesuita in Giappone nel 1549 (di cui possiamo trovare un estratto nel libro "The Christian Century in Japan, 1549-1650"), i giapponesi vengono descritti come "persone dalle buone maniere, buone in generle e non maliziose, uomini d'onore, per cui l'onore stesso veniva premiato sopra ogni cosa. Erano persone, in generale, povere, però, nella loro società la povertà non era vista come una vergogna. In particolare, c'era una qualità che distingueva questo popolo da quello occidentale : veniva reso onore a qualsiasi persona in egual modo, sia essa fosse stata povera, sia fosse stata ricca."
Si può concludere che anche in questo caso, come per il termine "calidad", si indichi l'insieme delle qualità positive di una cosa o di un individuo, in particolare, le qualità morali.


RIFLESSIONE AGGIUNTA IN SEGUITO ALLA LEZIONE TENUTA IL 5/6/20
Inoltre, François Jullien, noto filosofo del 1600, sviluppò una nuova problematizzazione che, decostruendo dal di fuori i partiti presi dell'ontologia europea, permette di riconsiderare, attraverso una visione obliqua, i campi della strategia, dell'etica e dell'estetica. Egli introdusse il concetto di "scarto".                                       
Lo scopo della sua filosofia era quello di disordinare, e non quello di ordinare, per poter sondare fin dove il concetto può giungere, senza utilizzare una struttura gerarchica.                                                                           
Il termine "cosa" in cinese è formata da due ideogrammi : "occidente" ed "oriente". Ciò indica la capacità, diffusa nel mondo orientale, di porre vicini gli opposti per "lasciare aperta la mente".
Infatti, ponendo vicini termini opposti non do priorità a nessuna qualità.

venerdì 20 marzo 2020

DEFINIZIONE ED ETIMOLOGIA DELLA PAROLA "QUALITA'" _ STEP#01

"Le idee delle qualità primarie dei corpi sono immagini di essi e le loro forme esistono realmente nei corpi stessi; ma le idee prodotte in noi dalle qualità secondarie non hanno affatto somiglianza con essi" J.Locke

Qualità
1Elemento o insieme di elementi concreti che costituiscono la natura di qualcosa o di qualcuno e ne permettono la valutazione in base ad una determinata scala di valori.
2Attributo o proprietà morale o spirituale, che determina e caratterizza una persona e permette di darne un giudizio o una valutazione | Qualità negative, vizi, difetti.
3Dote, virtù, pregio.
4Specie, sorta, genere.
5(lett.) Condizione sociale, professione che si esercita, titolo di cui si è forniti o dotati, mansione che si svolge | In qualità di, in quanto tale, nella veste di:
6Modo di essere particolare | Qualità della vita, insieme delle condizioni ambientali, sociali, lavorative e simili che concorrono a determinare il grado di benessere del vivere quotidiano | Di qualità che, di modo che.
7(filos.) Modo di essere di qualsiasi oggetto | Qualità di una proposizione , la sua proprietà di essere affermativa o negativa.
8(ling.) Timbro di una voce.

Da "lo Zingarelli", vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, dodicesima edizione, a cura di Miro Dogliotti e Luigi Rosiello.


Etimologia
Quslità: dal latino QUALITATEM da QUALIS, quale o terminazione propria di nomi astratti. Modo di essere, Proprietà, Natura (cioè quale una cosa è).

Da "Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana" (https://www.etimo.it/?cmd=id&id=13959&md=c45324ee34081473a2da2957e343504f)