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venerdì 29 maggio 2020

MAPPA CONCETTUALE DI "QUALITA'" STEP#23




RAMO VERDE arte figurativa
RAMO AZZURRO storia del termine
RAMO NERO etica
RAMO VIOLA  differenze

"QUALITA'" IN UNA SERIE TV STEP#22


PRIMA PUNTATA

11 Dicembre 1997, Kyoto
Oggi, finalmente, dopo anni di lotte per migliorare la qualità di vita sul nostro Pianeta, verrà finalmente siglato il protocollo che sancisce obiettivi per i tagli delle emissioni di gas responsabili del surriscaldamento della Terra. Il nucleo del Protocollo consiste nel vincolo legale dei limiti d’emissione per i Paesi industrializzati, che si impegnarono a ridurre la loro emissione complessiva dei gas serra del 5,2% rispetto alle emissioni del 1990.
11 Dicembre 1997, Italia
In un piccolo paese di provincia, si trova il protagonista della nostra storia: Francesco. Un giovane idealista che aspettava con ansia questa giornata. E’ un ingegnere energetico, in particolare si occupa di fonti energetiche rinnovabili, perché crede che la qualità dell’ aria che respira debba essere tutelata. Desidera un mondo verdeggiante, e vuole liberarlo dalle mani degli industriali che nel secondo dopo guerra hanno preferito fonti di energia non rinnovabili, creando ora serie conseguenze sull’ ambiente. Francesco è un sognatore e desidera un mondo pulito, ecologico, libero dalle ingiustizie; lotta da sempre per un mondo la cui qualità principale deve essere la sostenibilità. Il suo motto è una celebre frase di Che Guevara “Soprattutto siate capaci di sentire nel più profondo del cuore la più grande ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo, questa è la qualità più bella di un rivoluzionario.”.
Oggi, dopo essersi alzato e aver fatto colazione, ha comprato il solito quotidiano e leggendo l’articolo sul trattato internazionale appena firmato dalle Nazioni aderenti si sente soddisfatto, crede di assistere ad una rivoluzione ecologica per l’intero pianeta.

SECONDA PUNTATA

12 Dicembre 1997, Italia
Francesco è appena uscito di casa, sa di essere in ritardo, perché la sera prima ha festeggiato con altri amici ambientalisti la pubblicazione del Protocollo di Kyoto, per fortuna anche l’autobus che deve prendere per andare a lavoro è in ritardo come lui. Salendo, tra gli sguardi indiscreti dei pendolari seduti sul mezzo, incontra gli occhi verdi, come la natura che egli tanto ama, di Anna. Quest’ultima, timida, abbassa subito lo sguardo e arrossisce. Ha lunghi capelli scuri, lo sguardo intelligente e dai vestiti che indossa appare umile. Francesco, impressionato decide di avvicinarsi e parlarle, non può non sfruttare l’occasione di conoscere una ragazza che sembra avere le qualità che da tempo cercava. 

PUNTATA FINALE

16 Marzo 2007, Italia
Oggi si è celebrato l'anniversario del secondo anno di adesione al protocollo di Kyoto,entrato in vigore solamente nel 2005.
E’sera e Francesco è appena tornato a casa da lavoro, ha un impiego in una azienda che produce automobili, lui ed il team di colleghi che gli è stato affidato, in particolare, si occupano della progettazione di macchine elettriche, le prime che saranno in circolazione. È un sogno che si avvera per il nostro protagonista, che affiancato da altri ingegneri come lui  (alcuni meccanici, altri energetici) sta contribuendo a migliorare il mondo. Sa che il suo progetto non sarà in grado di salvare totalmente il Pianeta dal surriscaldamento globale, ma spera che possa migliorare la qualità dell’ aria, riducendo le emissioni tossiche provenienti dal gas di scarico delle marmitte delle auto che ora circolano liberamente. È contento del miglioramento avvenuto da due anni prima: ora il Mondo, anche grazie alle sue idee è un luogo migliore.
A casa c’è Sara, sua moglie, che lo attende. Anna, la ragazza conosciuta dieci anni prima sull’autobus, aveva solamente dato l’impressione di essere la donna giusta per Francesco, le apparenze lo avevano ingannato: le qualità che subito aveva visto in lei si sono rivelate false. Era sciocca, sempre triste, distratta e vuota.  Sara, invece, è bionda con occhi neri, intelligente, simpatica, altruista, spiritosa e Francesco con lei si sente bene. Egli ha finalmente capito che le qualità più importanti di una persona sono dietro le apparenze e si rivelano col tempo.

"QUALITA'" NELL' ETICA STEP#21


Qualità" o "valore", come descritto da Pirsig, non può essere definito in quanto empiricamente precede qualsiasi costruzione intellettuale di esso, vale a dire per il fatto che la qualità (come Pirsig definisce esplicitamente) esiste sempre come percettivo esperienza prima che sia mai pensato di descrittivo o accademico. La qualità è il "coltello" dell'esperienza, trovato solo nel presente, conosciuto o almeno potenzialmente accessibile a tutti "noi" (cfr Platone Fedro , 258d).
Possiamo, dunque, dedurre che la qualità di un oggetto o elemento dipende dal genere di esperienze che ne abbiamo avuto.
Prendendo come esempi le parole bello e brutto, subito capiamo che il termine qualità può avere un applicazione positiva o negativa.
Definiamo un oggetto, o una persona o un luogo, attraverso l'esperienza che ne abbiamo avuto: riteniamo "bello" ciò che confrontato con quello che abbiamo visto in precedenza ci sembra migliore; "brutto", invece, è ciò che in tale confronto risulta essere diverso.

RIFLESSIONE IN SEGUITO ALLA LEZIONE DEL 5/6/20

La capacità di porre gli opposti vicini per evitare di conferire priorità è una qualità della mentalità orientale.
Unendo termini opposti, evito un atteggiamento prevenuto: per esempio, se al posto di dire "spesso", indicando preventivamente il grande volume di un oggetto, oppure di utilizzare il termine "sottile" così da sottolinearne subito il volume minimo, utilizzassi il termine "spesso-sottile" (unendo i termini) valuterei le dimensioni dell' oggetto senza giudicarlo.
Questo mi ha portato alla mente una celebre canzone dell' artista italiano Vasco Rossi, che credo esprima questo concetto chiaramente.

"QUALITA'" NELLO ZIBALDONE DI LEOPARDI STEP#20


Nello Zibaldone viene enunciata «la teoria del piacere» di Leopardi - così come esplicitamente lui stesso la chiama. Alla spiegazione di questa teoria dedica una ventina di pagine: esse costituiscono un breve e coeso saggio filosofico, steso, come indicano le date che lo chiudono, tra il 12 e il 23 luglio del 1820.  In questa sezione, l'autore analizza, inizialmente, le qualità del "piacere", e successivamente, cerca  un metodo per soddisfarlo.
Desiderio infinito del piacere, impossibile da soddisfare la riflessione di Leopardi parte da un’idea ben precisa: ogni uomo, nel suo agire, mira «al piacere, ossia alla felicità»; questa tendenza al piacere non conosce limiti perché connaturata all’esistenza; al contrario, i mezzi attraverso i quali l’uomo cerca di soddisfarla, i «piaceri», sono limitati, temporanei ed effimeri. Ne consegue la distanza incolmabile tra desiderio del piacere ed effettiva possibilità di soddisfarlo.
Il desiderio del piacere è infinito per durata (non si esaurisce finché non finisce la vita) e per estensione (il desiderio del piacere è inesauribile perché riguarda il piacere in sé, e quindi non possono esistere singoli oggetti che lo soddisfino); il conseguimento di un oggetto di desiderio non spegne il desiderio del piacere, in quanto risponde con qualcosa di finito a una richiesta infinita; soltanto l’immaginazione può soddisfare il desiderio del piacere – desiderio che è infinito – perché soltanto l’immaginazione può creare oggetti infiniti per numero, per durata e per estensione; l’uomo sperimenta una condizione di felicità quando può soddisfare la propria infinita sete di piacere con questi oggetti infiniti illusori, creati dalla sua facoltà immaginativa.

Inoltre, in una lettera presente all'interno dello Zibaldone, Leopardi descrive la più importante delle qualità dell'essere umano:
Nel loro stato di salvatichezza, non ci potrebbero servire affatto, o ci servirebbero, o diletterebbero assai meno. Così dico degli animali. Ma questo miglioramento è relativo al nostro stato presente, non mica alla natura di quelle razze pretese migliorate, nè alla natura propria nostra. Infatti quelle razze coi miglioramenti che ricevono dalle nostre arti, acquistano qualunque altra qualità fuorchè il vigore, la robustezza, la sanità, la forza di resistere alle intemperie alle fatiche di operare di crescere proporzionatamente. Anzi quanto guadagnano in altre qualità (non proprie nè primitive loro) altrettanto perdono in questa, ch’è il vero carattere della natura in tutte le sue opere, e senza la cui rispettiva dose proporzionata alla natura di ciascun genere, l’individuo è insomma in istato di malattia abituale. V. la Veterinaria di Vegezio, prologo al lib.2. nel passo riportato dal Cioni, Lettera a G. Capponi sopra Pelagonio, not.19. Il vigore rispettivo è la prima e più necessaria di tutte le facoltà, perchè insomma non è altro che la facoltà di pienamente esercitare tutte le proprie facoltà, e tutte le qualità rispettive della propria natura, e tutta la perfezion fisica della propria esistenza. 

"QUALITA'" NEGLI SCHEMI DI UN UN PENSIERO UTOPICO STEP#19


"Il sole era cocente, e siccome non potevo guardare che il
cielo, i miei occhi n'erano offesi. Intorno a me udivo un
rumore confuso, ma, stando così supino, non potevo
scorgerne la causa. A un tratto sentii qualche cosa che si
muoveva sulla mia gamba sinistra, dalla quale, passando
sul mio petto, mi saliva a poco a poco verso il mento.
Guardando alla meglio da quella parte, vidi una creatura
umana alta forse un sei pollici, che aveva in mano un
arco e una freccia e a tracolla un turcasso. Non meno di
quaranta altri esseri della stessa specie tennero dietro al
primo.
Stupefatto, cominciai a gridare, e così forte che quegli
omuncoli, presi dalla paura, scapparono; e seppi di poi
che qualcuno d'essi si era ferito abbastanza gravemente
nella fretta di precipitarsi dall'alto del mio corpo in terra.
Però ritornarono subito, anzi uno d'essi ardì farsi avanti
fino al punto di vedermi bene in faccia, e alzando le
mani e gli occhi in segno di stupore, gridò con una
vocina in falsetto, ma che io intesi benissimo."

Questo breve brano è tratto dal romanzo utopico di Taylor Swift "I viaggi di Gulliver".
L'opera s'inserisce in chiave parodistica anche nel genere letterario utopistico, iniziato proprio in Inghilterra nel Rinascimento con Tommaso Moro che nel suo romanzo L'Utopia descriveva una società perfetta realizzata dagli uomini nell'immaginaria isola di Utopia. 
Come si evince dal brano, la qualità che subito nota il protagonista è la dimensione degli abitanti di Lilliput, la città nella quale si trova. 
Con questo romanzo, Swift vuole sollevare una feroce critica alla società e al comportamento umano del tempo: ognuno dei viaggi diventa il pretesto per irridere il sistema giudiziario, i meccanismi del potere, la politica, la pretesa razionalità, i vizi e i comportamenti dei suoi contemporanei, l'assurdità delle convenzioni sociali, l'irrazionalità della guerra e gli svariati interessi e motivi che la causano (interessi economici, conflitti dinastici e religiosi, dispute politiche, interessi personali o di potere, ecc.). L'atteggiamento di Swift è di profondo pessimismo sulle possibilità dell'uomo di migliorare. 

Come ho già detto, l'autore si è ispirato al romanzo "Utopia" di Tommaso Moro, è importante specificare che il titolo dell'opera è un neologismo coniato da Moro stesso, e presenta un'ambiguità di fondo: "Utopia", infatti, può essere intesa come la latinizzazione dal greco sia di Εὐτοπεία, parola composta dal prefisso greco ευ- che significa bene e τóπος (tópos), che significa luogo, seguito dal suffisso -εία (quindi ottimo luogo), sia di Οὐτοπεία, considerando la U iniziale come la contrazione del greco οὐ (non), e che cioè la parola utopia equivalga a non-luogo, a luogo inesistente o immaginario. Tuttavia, è molto probabile che quest'ambiguità fosse nelle intenzioni di Moro, e che quindi il significato più corretto del neologismo sia la congiunzione delle due accezioni, ovvero "l'ottimo luogo (non è) in alcun luogo", che è divenuto anche il significato moderno della parola utopia. Effettivamente, l'opera narra di un'isola ideale (l'ottimo luogo), pur mettendone in risalto il fatto che esso non possa essere realizzato concretamente (nessun luogo). Dunque, sono queste le qualità che sono intrinseche nella parola "utopia": immaginazione e irraggiungibilità.




"QUALITA'" NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA STEP#18

Come ho già illustrato nello step #16, il filosofo contemporaneo che ha trattato in maniera più esaustiva questo tema è Robert Maynard Pirsing, anche e soprattutto attraverso il libro "Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta".
la filosofia MOQ

domenica 17 maggio 2020

ABBECEDARIO INTERDISCIPLINARE DELLA PAROLA "QUALITA'" STEP#17

Altezza
Bellezza
Capacità scena tratta dal film "Limitless"
Differenze "i have a dream " Martin Luther King
Essenza  cogliere l'essenza delle cose, collegamenti filosofici  
Ferro modi di dire per esprimere ostinazione o forza
Guardare l'essenziale è invisibile agli occhi
Humor
Interesse
Limiti
Motocicletta Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta
Novità
Ottusità
Pace
Quadro
Rarità
Sapienza
Trasparenza
Uomo l'unicità di essere umani
Vanità
Zero ( inteso come non valere nulla. In realtà, abbiamo visto, che ogni qualità contribuisce a renderci unici e a darci un valore come esseri umani)

mercoledì 13 maggio 2020

UN PROTAGONISTA PER LA PAROLA "QUALITA'" STEP#16

Lo "sponsor" ideale per la parola "qualità", ritengo sia Robert M. Pirsig.
Egli realizzò la teoria sulla qualità: Metafisica della Qualità (spesso abbreviata in MOQ, Metaphysics of Quality).
Il pensiero di Pirsig si interroga su cosa sia la realtà, che cosa sia buono, che cosa sia giusto, e arriva a sorprendenti conclusioni sull'esistenza e su ciò che è la vita, spesso facendo sintesi tra il pensiero occidentale e quello orientale.
La MOQ ha a che fare con una visione dell'universo non intellettuale, in parte di matrice Zen. Tuttavia Pirsig si allontana dal pensiero orientale sostenendo il ruolo fondamentale della ragione e della logica nell'impresa di capire. Egli cerca di colmare il baratro tra scienza e misticismo, tra quelle che lui definisce cultura classica e controcultura romantica, portando il dibattito fra i diversi paradigmi intorno al concetto di “valore”. Diventa quindi l'idea di qualità il sommo valore dell'animo: qualità nei propri pensieri, nelle proprie azioni, nei propri desideri.
 La MOQ ritiene che gli schemi intellettuali (idee, concetti, paradigmi, filosofie) siano superiori agli schemi sociali (tradizioni, culture, riti, gerarchie, mercati). 
A tal riguardo Pirsig afferma: “È più morale che un'idea distrugga una società che non il contrario”. 
Sotteso a questa frase c'è il concetto della superiorità dell'intelletto sulla società; il primo è generatore d'idee mentre la seconda, di norma, attua una sorta di “difesa immunitaria” contro le idee emergenti.
 Egli abbina alla realtà le categorie, in sequenza crescente di importanza, di inorganico, biologico, sociale, intellettuale o morale. Ogni categoria a sua volta subisce un conflitto interno tra forze "statiche" e forze "dinamiche". Ad esempio la società statica si contrappone a quella dinamica, o la morale dinamica è in aperta ricerca di valori sempre nuovi e migliori rispetto alla morale statica, ancorata a situazioni e contesti arcaici che ne limitano lo sviluppo.
 La Metafisica della Qualità è stata ideata e descritta nei due libri di Robert M. Pirsig: Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta del 1974 e Lila: un'indagine sulla morale del 1991.
Il romanzo di avventura è ambientato a cavallo di una motocicletta e da' una visione variegata dell’America on the road, dal Minnesota al Pacifico, e un lucido, tortuoso viaggio iniziatico. Il protagonista, infatti, decide di mettersi in viaggio con il viglio e due amici, ma durante questa avventura, anche a seguito di un guasto alla motocicletta, comincia ad interrogarsi, ponendosi alcune domande: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos’è la Qualità? Perché non possiamo vivere senza di essa? Come un metafisico selvaggio, come un lupo avvezzo a sfuggire alle trappole dei cacciatori, che in questo caso sono le parole stesse, il narratore avanza con la sua moto per strade deserte o affollate, seguito dal fantasma di Platone e Aristotele, e soprattutto dal «fantasma della razionalità», invisibile plasmatore della motocicletta e di tutto il nostro mondo. 

"QUALITA'" NELLO SCENARIO DEI LIMITI DELLO SVILUPPO STEP#15

Grande figura italiana degli studi sui limiti dello sviluppo del futuro fu Aurelio Peccei.
A lui si deve l’elaborazione del terzo concetto fondamentale degli studi sul futuro, ossia la necessità di guardare al futuro con un’impostazione globale. Peccei insisteva sempre sul fatto che non era possibile pensare al futuro senza avere una visione globale del complesso di problemi che investono l’umanità.
 Nato a Torino nel 1908, Peccei crebbe in un ambiente progressista e laico. Si laureò con lode in economia nel 1930, e subito dopo incominciò a girare il mondo. Entrò giovanissimo alla Fiat e, dopo qualche anno, riuscì a convincere la compagnia a mandarlo in Cina, dove rimase fino alla metà del 1939. Al suo rientro in Italia, si unì subito al movimento antifascista, militando in Giustizia e libertà. Arrestato nel 1944, dopo aver riacquistato la libertà, egli riprese la resistenza.  Quando la Fiat ritornò alla gestione normale, egli ricominciò la sua attività di dirigente.
Il primo dopoguerra fu partecipe di numerose importanti iniziative industriali, come, per es., la fondazione dell’Alitalia, nel 1949 chiese che gli venisse affidato l’incarico di riportare la Fiat in America Latina.
Nel 1957, pur continuando a dirigere le attività della Fiat in America Latina, Peccei ritornò in Italia, per guidare una nuova iniziativa mirata a fornire assistenza a Paesi in via di sviluppo. Nacque così l’Italconsult, che egli guidò per quasi vent’anni, un consorzio che operò in più di cinquanta Paesi, essenzialmente senza scopi di lucro, promuovendo studi di consulenza ingegneristica ed economica, e sovraintendendo alla costruzione di opere e impianti. Fu in questo periodo di lavoro intenso che Peccei sentì la necessità di ampliare i suoi orizzonti oltre l’attività manageriale di grande successo. Lo spiega così nel suo libro "La qualità umana" (1976):


La mia attività era varia, interessante e soddisfacente […] ciò non pertanto, sentivo di non esprimere veramente e pienamente me stesso […] Ero ben convinto che bonificare un deserto o erigere un’industria, […] e realizzare piani nazionali o regionali sono attività indispensabili; ma mi ero reso anche conto che concentrare praticamente ogni sforzo su progetti […] specifici, mentre il contesto più ampio in cui questi sono inseriti […] si va rapidamente deteriorando, poteva risolversi in pura perdita. Mi pareva che non sarei stato in pace con me stesso se non avessi almeno cercato di dire che bisognava fare ancora qualche cosa di più e di diverso.

"La qualità umana" è la sua singolarissima autobiografia intellettuale, un'"avventura dello spirito" dove l'esperienza personale diventa il filo sul quale tessere una riflessione sullo stato dell'umanità e sulla necessità di un mutamento profondo. Il cambiamento di cui scrive Peccei riguarda ogni individuo e la natura di una crisi che ha molte facce, ma che è al fondo culturale e nasce dalla nostra difficoltà ad adeguarci alla rapidità fuori controllo dello sviluppo tecnologico. Il ruolo dei paesi in via di sviluppo, le responsabilità delle multinazionali, le conseguenze della sovrappopolazione e del degrado ambientale, la necessità di riconnettere le leggi dell'economia alla complessità dei fatti umani.  
 Nel 1968 ha fondato il Club di Roma, associazione intemazionale e multidisciplinare che si propone di esaminare le crisi globali in maniera organica, ipotizzandone gli sviluppi e le possibili soluzioni. Infaticabile promotore di connessioni tra idee, istituzioni e discipline, Peccei non ha mai disgiunto l'azione concreta dall'analisi del presente e dalla progettazione del futuro. 

mercoledì 6 maggio 2020

"QUALITA'" NELLA CRONACA STEP#14

In un articolo del noto giornaliero italiano "La Stampa", il 16 Dicembre 2019 veniva pubblicato questo articolo (oggi disponibile sul sito web del giornale), in cui, al termine dell'anno, viene stipulata una classifica tra le varie città della penisola in base alla qualità di vita.


A Milano la qualità della vita migliore.
Le città del Sud in coda, risale Roma
La classifica annuale del Sole 24 ore. Rimane il gap con il Mezzogiorno: Caltanissetta maglia nera, Crotone penultima. La capitale al 18° posto, Torino 33esima
PUBBLICATO IL16 Dicembre 2019 ULTIMA MODIFICA16 Dicembre 2019 8:12
ROMA. Milano fa il bis, confermando per il secondo anno consecutivo la sua leadership in «Qualità della vita 2019», la classifica del «Sole 24 Ore» giunta alla trentesima edizione e pubblicata oggi sul quotidiano e sul sito. Sul podio accanto a Milano, ci sono Bolzano e Trento. Non si ricuce il divario tra Nord e Sud: in coda alla classifica si concentrano città del Mezzogiorno. L’ultima classificata, quest’anno, è Caltanissetta, con penultima Crotone e subito sopra Foggia. Roma si trova al 18° posto, risalendo rispetto allo scorso anno di tre posizioni.  

EMANUELA GRIGLIÈ
Balzo di Napoli
Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81), rispetto alla scorsa edizione ha all'attivo una salita di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20 ), Genova sale di 11 gradini (45 ), Firenze di sette (15 ) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Infine, Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto. Bologna in calo pur restando nella parte alta della classifica al 14  posto.
Novanta indicatori
La Qualità della vita 2019 è una versione extra large della tradizionale indagine del quotidiano sul benessere nei territori, su base provinciale: rispetto all’anno scorso, infatti, il numero di indicatori è aumentato da 42 a 90, divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene. Le classifiche di tappa sono: «Ricchezza e consumi», «Affari e lavoro», «Ambiente e servizi», «Demografia e società», «Giustizia e sicurezza», «Cultura e tempo libero».
I primati di Milano
Milano vanta più record: oltre alla prima posizione nella classifica generale, ottiene anche il primato nella categoria «Affari e lavoro», il secondo posto nella classifica di tappa «Ricchezza e consumi» e il terzo in «Cultura e tempo libero». È negativa, invece, la performance in «Giustizia e sicurezza»: il capoluogo lombardo, con la sua provincia, si piazza in ultima posizione soprattutto per numero di reati denunciati e litigiosità. Un dato che potrebbe essere letto anche come segno che a Milano, a differenza di altre realtà geografiche, i cittadini denunciano di più i reati.
CLASSIFICA – LA TOP 30
1. Milano
2. Bolzano
3. Trento
4. Aosta
5. Trieste
6. Monza e Brianza
7. Verona
8. Trevisto
9. Venezia
10. Parma
11. Vicenza
12. Brescia
13. Pordenone
14. Bologna
15. Firenze
16. Udine
17. Rimini
18. Roma
19. Modena
20. Cagliari
21. Cuneo
22. Reggio Emilia
23. Padova
24. Cremona
25. Forlì-Cesena
26. Ascoli Piceno
27. Prato
28. Bergamo
29. Varese
30. Lecco

"QUALITA'" NELL' INGEGNERIA STEP#13

Leon Battista Alberti, architetto medioevale, scriveva nel suo trattato “De re edificatoria”: “Architettore chiamerò io colui che saprà con la opera recare a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimenti dei pesi, congiungimenti, e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità accomodare benissimo all'uso de gli homini.”
Oggi, trascorsi alcuni secoli, il celebre architetto italiano Renzo Piano sostiene che: “Fare architettura significa costruire edifici per la gente, università, musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l'imbarbarimento.”

E’ evidente come, nonostante i due uomini appartengano ad epoche distanti e diverse, si  trovino in accordo sulle qualità  che deve avere un architetto: l’ingegno, che non solo si manifesti attraverso la progettazione di edifici, ma che possa dare dignità all’ uomo. 
Oggi, rispetto al Medioevo, però, l’architetto non è più considerato il “capo-cantiere” e non si occupa più, come faceva invece Leon Battista Alberti, della costruzione vera e propria, dunque non è più necessario che conosca i dettagli della costruzione edilizia, qualità ora necessarie per un ingegnere, ma si occupa, altresì della progettazione dell’ edificio attraverso un approccio più creativo.
 L’ inventiva è infatti la qualità che nel XXI è più importante per un architetto.