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lunedì 27 aprile 2020

"QUALITA'" AI TEMPI DEL COVID-19 #STEP11

La prima cosa a cui penso, declinando il termine "qualità" all'interno della pandemia, è la qualità della vita. Le nostre giornate non si svolgono più come eravamo abituati: non dobbiamo più uscire di casa per andare all'università; non possiamo più incontrare i nostri amici al bar, o al parco. Eppure continuiamo a studiare e a scherzare con i nostri coetanei, questo è dovuto al fatto che la nostra vita, le nostre abitudini sono rimaste le stesse, è cambiata, invece, la qualità  con la quale svolgiamo le nostre mansioni. I banchi di scuola sono stati sostituiti dalla cameretta di casa; le lavagne,invece, dai tablet e dai pc; gli aperitivi con gli amici sono solo un ricordo, ora sostituito dalle video-chiamate; i salotti di casa sono stati allestiti a palestre improvvisate.
La qualità  di questa "nuova vita", però, è totalmente diversa: ci mancano i luoghi affollati, prendere il pullman (o la metro) al mattino per andare al lavoro o all'università, ci manca il chiasso nei corridoi delle scuole e nelle università durante i cambi d'ora, ma soprattutto ci manca poter abbracciare le persone che amiamo, e che sono distanti. Ecco, è questa, forse la peggiore qualità del mondo ai tempi della pandemia del covid-19: la formalità che è purtroppo intrinseca nella tecnologia, che oggi è diventata l'unica risorsa in grado di tenerci in contatto gli uni con gli altri, ma a caro prezzo. Tutto, attraverso il computer appare freddo e distaccato.

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