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mercoledì 15 aprile 2020

"QUALITA'" NEI DIALOGHI DI PLATONE_STEP#08

"Cose, come per esempio la grandezza, la sanità, la forza e, in una parola, della sostanza di tutte le cose, di ciò che ciascuna è. La verità di esse si contempla forse mediante il corpo o avviene che chi di noi si accinge più degli altri e con più accuratezza a pensare ciascun oggetto della sua indagine in sé, costui si avvicina il più possibile alla conoscenza dell'oggetto? E potrà farlo nel modo più puro chi si dirigerà verso ciascun oggetto, il più possibile, con il solo pensiero, senza intromettere nel pensiero la vista e senza trascinarsi dietro con il ragionamento alcun altro senso, ma utilizzando solo il puro pensiero di per se stesso, andrà a caccia di ciascuno degli enti in sé nella sua purezza, dopo essersi liberato il più possibile da occhi, orecchie e, a parlar propriamente, da tutto il corpo, perché turba l'anima e non le consente di acquistare verità e intelligenza, quando comunica con essa."             Tratto da Fedone, Platone, IV sec. a.C.

 Nel Fedone si narrava come Socrate fosse giunto alla teoria delle idee dopo essere stato deluso dalle spiegazioni naturalistiche che facevano intervenire solo caldo, freddo, aria e fuoco. Infatti una cosa è bella non perché abbia un certo colore o una certa figura o altre proprietà di questo genere, ma perché partecipa del bello in sé, che è in qualche modo presente nelle cose belle, le quali hanno una comunanza con esso. Già nei dialoghi socratici le configurazioni e i campioni vengono indicati talvolta come cause presenti nelle cose, ma nel Fedone le idee sono cause delle cose in quanto le cose partecipano e aspirano a esse. Sono le idee, e non le entità materiali usate dai naturalisti, che permettono di dar ragione di ciò che una cosa è, di rivelarne la causa. Le idee derivano da qualcosa che sta al di là delle idee stesse : è l’idea del bene, in virtù della quale le cose sono utili e vantaggiose. Il bene come causa finale ultima compariva già nei dialoghi socratici, al di là dei fini limitati delle tecniche, che conoscono non ciò che è bene o male, ma semmai quel che è mezzo a un fine che sta oltre il mezzo. I fini particolari sono solo beni parziali, «immagini» di un bene primo, al quale bisogna fermarsi. Neppure le idee permettono di conoscere il bene se non da quello che ne deriva. Infatti è «l'idea del bene, che è la causa di scienza e verità».

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